WHISTLEBLOWING. ECOREATI, PIÙ FACILE DENUNCIARE

 

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Dall’inquinamento alla gestione illecita dei rifiuti: la legge sul whistlebiowing rafforza le tutele per chi segnala. La riscrittura delle norme – anche attraverso la riformulazione dell’articolo 54-bis della legge 165/2001, il Testo unico del pubblico impiego – promette, grazie all’ampliato e duplice fronte pubblico/privato, di aprire – come racconta Vincenzo Dragani, su ItaliaOggi del 4 dicembre 2017, alle pagine 1 e 22 – una rinnovata lotta anche agli ecoreati. La legge approvata in via definitiva dal parlamento il 15 novembre 2017:

  1. allarga la platea dei lavoratori pubblici protetti, ora comprendente i dipendenti degli enti di diritto privato sottoposti al controllo pubblico ex articolo 2359 del codice civile, così come i lavoratori e collaboratori delle imprese fornitrici di beni o servizi e che realizzano opere in favore dell’amministrazione pubblica;
  2. rimodula il novero dei soggetti destinatari delle segnalazioni, prevedendo – oltre all’Autorità nazionale anticorruzione e quella giudiziaria – anche il «responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza;
  3. estende la tutela dell’identità del denunciante, assicurata in tutti i procedimenti seguenti alla segnalazione, con la specificazione delle ipotesi eccezionali in cui potrà essere rivelata;
  4. conferma la nullità delle condotte ritorsive a carico dei segnalanti (licenziamento, demansionamento, trasferimento e ogni altra condotta con effetti negativi diretti o indiretti determinata dalla denuncia) e introduce puntuali sanzioni – che colpiranno sia le p.a. che hanno adottato le azioni ritorsive (con sanzione amministrativa pecuniaria fino a 30 mila euro) sia i suddetti responsabili della prevenzione che non hanno analizzato le denunce pervenute (fino a 50 mila euro) – irrogabili direttamente dall’Anac.

In particolare, tra i reati ambientali previsti dal dlgs 231/01 (e la cui commissione potrà essere utilmente segnalata tramite il nuovo strumento) vi sono: inquinamento e disastro ambientale; traffico o abbandono di materiale ad alta radioattività; gli illeciti su gestione rifiuti, inquinamento acque ed aria, omessa bonifica; gestione di sostanze lesive dell’ozono stratosferico; danni ad animali e vegetali; inquinamento da navi punito ex dlgs 202/2007. E questo oltre ai reati «connessi» alla gestione di risorse ambientali, anch’essi richiamati dal dlgs 231/2001, e ai quali può qui altresì aggiungersi la «corruzione tra privati» (art. 2635 C.C.).

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