LA CORRUZIONE IN ITALIA. ISTAT, IL PUNTO DI VISTA DELLE FAMIGLIE .

 

 

appaltiNell’indagine sulla sicurezza dei cittadini 2015-2016, l’Istat ha introdotto un modulo volto a studiare il fenomeno della corruzione. Si tratta di un approfondimento che per la prima volta vuole offrire una stima del numero di famiglie coinvolte nel corso della propria vita in dinamiche corruttive: sono state intervistate 43mila persone tra i 18 e gli 80 anni di età a cui è stato chiesto se a loro stessi o ad un familiare convivente sia stato suggerito o richiesto di pagare, fare regali o favori in cambio di facilitazioni nell’accesso a un servizio o di un’agevolazione.

L’attenzione è quindi rivolta alle esperienze concrete: è stato anche chiesto se vi sia stato uno scambio, in quale modo sia avvenuto, la sua entità e il suo esito, il comportamento di denuncia. Al contempo è stata anche rilevata la conoscenza indiretta di casi di corruzione, cioè se si è venuti a conoscenza, nel proprio ambiente, di persone – come amici, colleghi e familiari – che abbiano ricevuto richieste di denaro, favori o regali in cambio di servizi.

Da ultimo, è sembrato importante rilevare il voto di scambio e le raccomandazioni, che possono essere considerati fenomeni che favoriscono la dinamica corruttiva. Nella progettazione dell’indagine sono stati definiti otto settori chiave in cui esplorare tutte queste componenti: sanità, assistenza, istruzione, lavoro, uffici pubblici, giustizia, forze dell’ordine, public utilities.

Risultati, consultabili all’indirizzo http://www.istat.it/it/files/2017/10/La-corruzione-in-Italia.pdf?title=La+corruzione+in+Italia+-+12%2Fott%2F2017+-+Testo+integrale+e+nota+metodologica.pdf : il 7,9% delle famiglie (tra il 17,9% nel Lazio e il 2% nella Provincia autonoma di Trento) nel corso della vita ha affermato di essere stato coinvolto direttamente in eventi corruttivi quali richieste di denaro, favori, regali o altro in cambio di servizi o agevolazioni (2,7% negli ultimi 3 anni, 1,2% negli ultimi 12 mesi); il settore lavorativo è stato quello più attraversato da tale fenomenologia illecita (3,2% delle famiglie), soprattutto nel momento della ricerca di lavoro, della partecipazione a concorsi o dell’avvio di un’attività lavorativa (2,7%), seguito da quello giudiziario (il 2,9% abbia avuto nel corso della propria vita una richiesta di denaro, regali o favori da parte, ad esempio, di un giudice, un pubblico ministero, un cancelliere, un avvocato, un testimone o altri), da quello del welfare (il 2,7% delle famiglie che hanno fatto domanda di benefici assistenziali, quali contributi, sussidi, alloggi sociali o popolari, pensioni di invalidità o altri benefici) e da quello sanitario (il 2,4% delle famiglie necessitanti di visite mediche specialistiche o accertamenti diagnostici, ricoveri o interventi).

Richieste di denaro o favori in cambio di facilitazioni da parte, infine, di forze dell’ordine o forze armate per l’1% delle famiglie, mentre la stima più bassa di corruzione riguarda le public utilities con lo 0,5% le famiglie che al momento di richiedere allacci, volture o riparazioni per energia elettrica, gas, acqua o telefono hanno avuto richieste di pagamenti in qualsiasi forma per ottenere o velocizzare i servizi richiesti.

Nella maggior parte dei casi di corruzione degli ultimi 3 anni c’è stata una richiesta esplicita da parte dell’attore interessato (38,4%) o questi lo ha fatto capire (32,2% dei casi); appare meno frequente la richiesta da parte di un intermediario (13,3%).

 La contropartita più frequente nella dinamica corruttiva è il denaro (60,3%), seguono il commercio di favori, nomine, trattamenti privilegiati (16,1%), i regali (9,2%) e, in misura minore, altri favori (7,6%) o una prestazione sessuale (4,6%).

L’85,2% delle famiglie che hanno acconsentito a pagare – denaro (60,3%), seguono nomine, trattamenti privilegiati (16,1%), regali (9,2%), prestazioni sessuali (4,6%) – ritiene che sia stato utile per ottenere quanto desiderato.

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