MERITOCRAZIA. ROGER ABRAVANEL: “IL VERO COSTO NON SONO LE RETTE, È L’INVESTIMENTO IN ANNI DI STUDIO IN UNA UNIVERSITÁ MEDIOCRE
Gli studenti italiani sono vittime di un sistema che non garantisce loro un futuro e delle prospettive adeguate a causa soprattutto della distanza tra le esigenze del mondo del lavoro e l’Università totalmente chiusa su sé stessa.
Roger Abravanel su Il Corriere della Sera del 4 Ottobre 2017, analizzando i problemi che affliggono l’università italiana e che la rendono scarsamente competitiva sulla scena internazionale, indica come soluzione una maggiore autonomia unita a una maggiore responsabilizzazione, a un sistema che premi il merito e punisca le inefficienze.
Secondo lo Scrittore gli studenti italiani sono vittime di questo sistema malsano ma non perché paghino troppo, ma perché l’investimento in anni di studio in Università mediocri non ripaga l’impegno espresso.
Bisognerebbe passare dal “diritto allo studio” al “diritto al lavoro” creando un sistema universitario nel quale finanziamento pubblico e autonomia dalle regole dello Stato convivano, un sistema più aperto alla concorrenza e alle regole di mercato.
Un sistema simile a quello americano o europeo nel quale anche il privato investe nell’Università e dove la flessibilità del sistema capace di erogare anche prestiti agli studenti garantisce davvero un futuro lavorativo, facendo avanzare e concedendo più spazio e autonomia alle Università davvero meritevoli, secondo una logica concorrenziale capace di stimolare al miglioramento e non alla spartizione statica del potere secondo logiche clientelari o familistiche.
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