“Vigilanza Collaborativa” e “High level principles”

A cura di Antonella Mascio

In un recente articolo di Filippo Cucuccio: “Tre anni di lotta alla corruzione” pubblicato su Legal, il Presidente Cantone racconta la soddisfazione per i risultati ottenuti finora dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), molti dei quali hanno permesso a quest’ultima di ergersi a “possibile punto di riferimento per molti Paesi”. Tra le prassi maggiormente efficaci, adottate dall’Autorità, Cantone cita la “vigilanza collaborativa” e gli “High level principles” per l’integrità, la trasparenza e i controlli efficaci di grandi eventi e delle relative infrastrutture. Vediamo di cosa si tratta.

L’espressione vigilanza collaborativa compare per la prima volta nella storia dell’ANAC in occasione dell’Expo 2015. Il 3 Ottobre 2014 un comunicato ufficiale, sulla pagina web dell’Autorità Nazionale Anticorruzione e dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), annuncia la stipula di un protocollo d’intesa, tra questi, avente l’intento di tradurre in pratica la comprovata esperienza di entrambi in tema di contrasto alla corruzione e trasparenza. L’OCSE avrà, infatti, il compito di controllare e monitorare la correttezza, l’imparzialità e l’efficacia delle operazioni messe in atto per la buona realizzazione dell’evento, tramite la costituzione di un gruppo di esperti ad hoc. Vigilanza collaborativa è anche quella operata dall’ANAC tramite la cosiddetta UOS. L’Unità Operativa Speciale (UOS) è il presidio di legalità, composto prevalentemente da militari della Guardia di Finanza, che supporta il Presidente nelle sue funzioni di alta sorveglianza nel comparto degli appalti pubblici. Nasce come “Unità Operativa Speciale per Expo 2015”, ai sensi dell’art. 30 del D.L. n. 90/2014 (cd. Riforma Madia), a garanzia della correttezza e trasparenza delle procedure connesse alla realizzazione del grande evento espositivo. La stessa norma è poi estesa, con delibera della Presidenza del Consiglio, al Giubileo Straordinario della Misericordia e, nuovamente, con l’art. 32 del D.L. n. 189/2016, alla ricostruzione pubblica nel Centro Italia devastato dal terremoto. La UOS svolge, infine, le ulteriori funzioni di vigilanza collaborativa attribuite dall’Autorità: riqualificazione ambientale e urbana di Bagnoli-Coroglio e piano opere pubbliche Reggio Calabria.^[1]

Il protocollo d’intesa tra ANAC e OCSE si è configurato come una sorta di progetto pilota da cui poter trarre lezioni e principi generali che possano essere presentati come modello a disposizione della comunità internazionale e degli attori che operano nella realizzazione di grandi eventi. Questo è il fine ultimo degli “High level principles” per l’integrità, la trasparenza e i controlli efficaci di grandi eventi e delle relative infrastrutture, una sorta di catalogo delle buone azioni, elaborato da ANAC e OCSE sulla base dell’esperienza comune, da utilizzarsi ai fini di una corretta realizzazione e buona riuscita di grandi eventi quali ad esempio esposizioni universali ed altri eventi sportivi, politici e culturali. Questi sono:

1. Trasparenza, accountability ed apertura;
2. Sinergie istituzionali, supervisione e controlli collaborativi;
3. Multidisciplinarità e strutture di governance;
4. Controlli ex-ante sin dall’inizio delle procedure;
5. Completezza e tempestività (dei controlli);
6. Adeguate risorse, competenze e formazione;
7. Cooperazione internazionale ed accesso ai dati.

Oltre alla descrizione delle procedure elencate, il documento invita i Paesi aderenti a seguire il modello intrapreso in Italia. E’ evidente, quindi, come l’impegno congiunto, la proattività e la presenza di flussi informativi strutturati possano rappresentare un’efficace metodo per il contrasto, o quantomeno indebolimento, del fenomeno corruttivo. La domanda, a questo punto, è: E’ davvero necessario mettere per iscritto dei “principles” quando basterebbe affidare la res publica a persone dai sani principi?

^[1] https://www.anticorruzione.it/portal/public/classic/Autorita/UnitaOperativaSpeciale