LA APPROVAZIONE DEL CODICE ANTIMAFIA. IL SOLE 24 ORE : IL CODICE ANTIMAFIA È LEGGE. CONFISCA DEI BENI PER CORRUZIONE
II Codice antimafia è legge, con le misure di prevenzione estese agli indiziati di reati contro la PA e un «odg» – scrive Giovanni negri, su IlSole24Ore del 28 settembre 2017, alle pagine 1 e 29 – che impegna il Governo a valutare modifiche all’equiparazione «mafioso-corrotto».
L’equiparazione mafioso-corrotto ha generato non poche polemiche nel corso dell’iter parlamentare e ha indotto ieri l’Aula di Montecitorio ad approvare un ordine del giorno che impegna il governo a valutare, dopo un monitoraggio sulla prima applicazione, la possibilità di rivedere proprio questo punto del nuovo codice antimafia.
Oltre a questa, le principali novità sono il controllo giudiziario per le imprese a rischio di infiltrazione da parte del crimine organizzato e una maggiore trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari.
Dalla Cina, esulta il ministro della Giustizia Andrea Orlando: «c’è una spinta significativa alla trasparenza della gestione dei beni confiscati e a superare anche elementi di opacità che hanno caratterizzato la questione negli anni passati, diminuendo molto la discrezionalità». In questo senso, osserva Orlando, la legge è molto importante «perché credo si tratti di fare i conti con un patrimonio che ha dimensioni enormi, quindi deve essere gestito secondo regole più chiare rispetto a quelle seguite finora». Il procedimento di applicazione delle misure di prevenzione è reso più trasparente, garantito e veloce (trattazione prioritaria con rafforzamento delle sezioni competenti, copertura immediata dei vuoti in organico, relazioni periodiche sull’operatività delle sezioni, utilizzo delle videoconferenze, immediata decisione sulle questioni di competenza).
Il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo è inserito tra i soggetti titolari del potere di proposta delle misure di prevenzione.
Gli immobili, tra l’altro, potranno anche essere concessi in locazione alle forze di polizia o alle forze armate e ai vigili del fuoco. È stabilito espressamente che non si può giustificare la legittima provenienza dei beni adducendo che il denaro utilizzato per acquistarli è frutto di evasione fiscale.
È introdotto il nuovo istituto del controllo giudiziario delle aziende quando sussiste il pericolo concreto di infiltrazioni mafiose che ne condizionino l’attività. Il controllo giudiziario, previsto per un periodo che va da un anno a tre anni, può essere chiesto volontariamente anche dalle imprese che hanno impugnato l’informazione antimafia interdittiva di cui sono oggetto.