La Corte dei Conti europea. L’analisi delle procedure di evidenza pubblica: partecipazione e trasparenza, tra problematiche e opportunità (Relazione speciale 17/2016)
Le relazioni speciali della Corte dei conti dell’Unione europea descrivono i risultati dei controlli di gestione e degli audit di conformità su specifici settori di bilancio o temi di gestione: nella relazione speciale in esame la Corte analizza la vasta materia degli appalti pubblici delle Istituzioni europee focalizzando l’attenzione su quanto le procedure siano trasparenti ed accessibili agli operatori.
Come è noto gli appalti pubblici negli Stati europei sono disciplinati da una serie di direttive, tra le quali la n. 2014/24/UE, alle quali le amministrazioni si devono conformare nel rispetto dei principi sanciti dai trattati e, in particolare, la libera circolazione delle merci, la libertà di stabilimento e la libera prestazione di servizi, nonché i principi che ne derivano, come la parità di accesso e la parità di trattamento, la non discriminazione, il mutuo riconoscimento, la proporzionalità, la concorrenza leale, la pubblicità e la trasparenza. L’obiettivo è quello di sviluppare le opportunità di mercato per gli operatori economici, ampliando al contempo la scelta dei potenziali contraenti disponibili per le amministrazioni aggiudicatrici. Agevolare l’accesso ai rispettivi appalti pubblici avrà come risultato un maggior numero di offerte e, di riflesso, una maggiore concorrenza con un miglior rapporto tra benefici e costi per i contribuenti.
Tuttavia le suddette direttive non sono giuridicamente vincolanti per le Istituzioni europee: la materia degli appalti pubblici è disciplinata dal Regolamento finanziario europeo n. 2015/1929, le relative modalità di applicazione nonché, per la BCE, dalla Decisione 2016/245. Ne consegue che, contrariamente a quanto disposto dalla direttiva Appalti 2014, la consultazione delle fonti risulta eccessivamente complessa scoraggiando la partecipazione degli operatori economici, soprattutto delle piccole e medie imprese. Vi sono, inoltre, ulteriori scostamenti non giustificati dalla direttiva: quest’ultima, infatti, mette in guardia le amministrazioni dai rischi di un’eccessiva concentrazione del potere di acquisto riconducibile ad un’aggregazione della domanda e le esorta ad adottare metodi efficaci di partecipazione delle piccole e medie imprese nonché di monitoraggio della partecipazione delle stesse. Il rilievo che ne consegue riguarda le scelte delle istituzioni nello svolgimento delle procedure le quali non sempre hanno promosso la concorrenza sulla più ampia base possibile. Nello specifico la Corte ha evidenziato l’inesistenza di consultazioni di mercato prima dell’avvio della procedure d’appalto (importanti per informare gli offerenti potenziali ed ottimizzare i requisiti da inserire nei documenti di gara) nonché lo scarso utilizzo della suddivisione in lotti (con un effetto negativo in termini di accesso delle piccole e medie imprese).
Un secondo rilevo riguarda le informazioni disponibili su internet che permettono agli operatori di individuare le opportunità di appalto offerte dalle istituzioni europee. Tali informazioni sono frammentarie e distribuite su diversi siti internet (tra i quali Europa.eu ed EuropeAid). Gli auditor della Corte hanno individuato numerose problematiche riguardanti le opzioni di ricerca sullo stesso TED (Tenders Electronic Daily), versione online del supplemento della Gazzetta Ufficiale dell’UE dedicato agli appalti pubblici europei pari o superiori alla soglia. “Gli strumenti che consentono le offerte per via elettronica non sono ancora stati introdotti in modo completo ed armonizzato” argomenta la Corte nella relazione: a dimostrazione di ciò va citata la piattaforma eTendering che consente di accedere anche ai bandi per appalti di valore modesto (se l’amministrazione decide di pubblicarli). Tale piattaforma, sincronizzata con il sito TED, fornisce: l’accesso elettronico a tutti documenti di gara disponibili al pubblico; la possibilità di porre domande in tutte le lingue ufficiali dell’UE, visionare altre domande e risposte; ricevere notifiche in tempo reale della pubblicazione di aggiornamenti relativi a bandi di gara previamente selezionati. Lo scopo, contenuto nell’art 95, paragrafo 2, del regolamento finanziario europeo, era quello di creare un unico spazio di interscambio di dati elettronici per i richiedenti, i candidati e gli offerenti. L’utilizzo di eTendering, non obbligatorio, ad oggi risulta carente essendo stato utilizzato soltanto da un terzo degli organismi/agenzie dell’Ue.
Ulteriore aspetto contenuto nella Relazione speciale della Corte dei conti riguarda le informazioni sull’esito delle attività di appalto delle istituzioni dell’UE. In virtù sei sopra citati principi di parità di accesso e di trattamento, non discriminazione, mutuo riconoscimento, proporzionalità, concorrenza leale, pubblicità e trasparenza espressi dal Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), tali informazioni dovrebbero essere accessibili secondo modalità atte a consentire un monitoraggio efficace da parte degli operatori economici e del pubblico. Tuttavia, ad oggi, “non esistono strumenti che consentano di avere una visione d’insieme degli esiti delle attività di appalto delle istituzioni dell’UE. Le informazioni sono fornite in modo frammentario e, nella maggior parte dei casi, in modo non armonizzato. Non tutte le procedure di appalto concluse sono reperibili sul TED, in quanto la pubblicazione degli avvisi di aggiudicazione non è sempre obbligatoria. Inoltre, alcune istituzioni bloccano la possibilità di scaricare i documenti di gara dalla piattaforma dopo la data ultima di presentazione delle offerte”.
La Corte conferma, attraverso la sua analisi, che l’accesso agli appalti delle istituzioni europee risulta generalmente in linea con la normativa posta a presidio dei principi a fondamento del mercato dell’Unione quali la parità di accesso e la parità di trattamento, la non discriminazione, il mutuo riconoscimento, la proporzionalità, la concorrenza leale, la pubblicità e la trasparenza. E’ tuttavia un miglioramento che abbia la prospettiva di consentire una maggiore facilitazione di accesso, soprattutto per le piccole e medie imprese che tendono ad internazionalizzarsi, e un abbattimento dei residui ostacoli che, ancora oggi, complicano inutilmente la vita ai potenziali operatori economici che desiderano accedere alle opportunità di appalto offerte dalle istituzioni europee.
Valerio Volpe
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esprimo la mia gratitudine per il pregio degli articoli sulla Corte dei conti che fa emergere il pregio della Azione del Giudice Custode del patrimonio pubblico Nazionale ed Europeo.
L’Unione Europea si realizza compiutamente se si riesce a creare armonia fra le P.A. dei vari Stati, gestori del Patrimonio pubblico delle Nazioni, presupposto per una economia sana e virtuosa.
Il Giudice della Corte dei conti Europea, concorre con la sua essenza speciale, alla armonizzazione della Unione Europea, a renderla non mera addizione di stati ma di uno Stato Europeo fondato su una edificazione valoriale reale fondata sui vari stati che ne fanno parte, con le fondamenta costituite dalle P.A..
E’ la realizzazione compiuta del sogno europeista.