Nuovo Codice Appalti: di cosa si tratta

Nella categoria Procurement da su 20 maggio 2016 0 Commenti

gazzettaIl 18 Aprile 2016 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Legislativo n. 50, Attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (successivamente Codice Appalti).
Vediamo quali saranno le principali ripercussioni per quanto riguarda procedure, trasparenza e qualità dei servizi.
L’aspetto forse più rilevante è rappresentato dalla semplificazione del quadro normativo: il Codice Appalti ha subito una drastica riduzione degli articoli al suo interno, e se ne contano ora “solo” 220. Un tale snellimento è anche da intendersi parallelamente al rafforzamento dell’ANAC, che è ora chiamata all’adozione di linee-guida e bandi-tipo al fine di esercitare una funzione di regolazione, oltre che di vigilanza e sostegno.

Le finalità del nuovo testo sono familiari: tra tutte, quella di promuovere la trasparenza e la velocità delle procedure.
Il nuovo Codice Appalti dedica attenzione alla qualità: al fine di evitare lo scandaloso aumento dei costi delle opere pubbliche già dalla fase preliminare della progettazione, ora la procedura prevede prima un progetto di fattibilità economica, uno definitivo ed un ultimo esecutivo. I criteri di selezione si concentrano sulla salvaguardia dell’ambiente e degli interessi della collettività.

Il nuovo sistema degli appalti include poi numerose disposizioni volte ad implementare una forte strategia anticorruzione a favore della legalità (tra cui il cosiddetto rating). Alle Stazioni Uniche Appaltanti e tutti gli operatori economici è richiesto un più alto grado di qualificazione, che verrà assegnato dall’ANAC tenendo conto del curriculum conquistato dalle imprese nella gestione di precedenti appalti.

Per quanto riguarda la regolazione della concorrenza è stato introdotto il Documento di gara unico europeo (art.85): tutti gli operatori economici utilizzeranno una sola “autodichiarazione aggiornata come prova documentale preliminare in sostituzione dei certificati rilasciati da autorità pubbliche o terzi”. In questo modo, si auspica l’apertura alla concorrenza europea e la semplificazione delle procedure per operatori economici e stazioni appaltanti.

Il nuovo Codice Appalti cerca inoltre di favorire la digitalizzazione totale delle procedure al fine di ridurre oneri amministrativi e altre spese evitabili.
Inoltre, il Partenariato Pubblico-Privato (PPP) è ora una disciplina generale autonoma, per la prima volta regolamentata in modo organico, novità che permetterà alle amministrazioni di disporre di maggiori risorse in materia.

Già a pochi giorni di distanza dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale non poteva mancare l’emergere di alcune incongruenze e le prime critiche. Le principali preoccupazioni si rivolgono alla totale trasparenza dei lavori e all’effettiva applicabilità dei criteri di assegnazione, tra i quali quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa per alcuni particolari settori, e alle numerose difficoltà legate alla fase transitoria.

Il nuovo Codice sarà un successo? Si dovrà attendere per saperlo.

 

Il testo originale è consultabile dal sito dell’Autorità Nazionale Anticorruzione al link:
http://www.anticorruzione.it/portal/public/classic/Comunicazione/News/_news?id=3e66faf90a7780425e682ef8b5def1fe

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sull'autore ()

Neolaureata nel Master of Science in European Economy and Business Law presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, dove ho conseguito la laurea triennale in Economia Europea e maturato il mio interesse verso i temi della legalità e della trasparenza. Da sempre appassionata di scrittura e viaggi, ho un forte interesse verso i temi della concorrenza sleale e degli appalti pubblici. Consapevole del fatto che nel nostro Paese c’è ancora molto da fare, il mio sogno è quello di riuscire a lasciare una piccola impronta nel cammino verso il cambiamento.

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