Whistleblowing: storia di un successo americano

Nella categoria Whistleblowing da su 21 aprile 2016 1 Commento

whistleblowingDurante l’incontro con l’ambasciatore americano John R. Phillips, si è parlato del modello di Whistleblowing degli Stati Uniti e di come tale modello abbia apportato ampi benefici in termini di contrasto alle frodi e alla corruzione. Ma facendo un piccolo passo indietro, ci si potrebbe chiedere: “Cosa si intende per Whistleblowing?”. Whistleblowing tradotto in maniera letterale dall’inglese significa “soffiare il fischietto” e vuole evocare l’azione dell’arbitro che ricorre al fischietto per segnalare falli o scorrettezze durante una partita. Ma cosa ha a che fare con la lotta alla corruzione? Nel corso degli anni ci si è resi sempre più conto che coloro i quali erano i più informati sulle condotte illecite di un’azienda erano anche coloro che lavoravano nella stessa. Perché non creare allora uno strumento giuridico in grado di incentivare queste persone a segnalare un illecito? Ed è così che ha avuto origine lo strumento del “Whistleblowing”: i whistleblowers sono coloro che segnalano all’autorità la presenza di un fenomeno corruttivo nella propria azienda.

Negli Stati Uniti, una prima legge per far fronte alle frodi, il Lincoln Act, fu varato negli anni della guerra di secessione ma cadde presto in disuso. Fu nel 1986, su ispirazione della Lincoln Law, che venne fatta passare dal Congresso americano il False Claim Act: la legge è, subito, divenuta il principale strumento del governo per obbligare le imprese a rispondere di frodi contro il Governo degli Stati Uniti. Una sua peculiarità è, inoltre, che fu emendato con le disposizioni “qui tam”  promulgate dal Presidente Reagan. In sostanza, tramite queste disposizioni si permette alle persone che non sono affiliate con il governo di promuovere azioni per conto del governo.

Fino ad oggi, il Tesoro ha recuperato oltre 55 miliardi di dollari dalle aziende che hanno adottato comportamenti fraudolenti nei confronti del governo (secondo le stime per ogni dollaro che il governo spende ne tornano 20).

Nel 2002 in seguito agli scandali di Enron, Parmalat e WordCom che hanno avuto impatti al livello mondiale è stata varata negli Stati Uniti un’altra legge, il Serbanes-Oxley Act. Nella sezione 806 di tale legge si parla della protezione dei Whistleblowers che lavorano presso società quotate in borsa o appaltatori o subappaltatori che lavorano in società quotate in borsa. Adottando il SOX il Congresso ha posto le basi per uno smantellamento della vecchia cultura aziendale che scoraggiava i dipendenti dal denunciare comportamenti fraudolenti dall’interno o da autorità esterne.

Ciò che scoraggia, infatti, di più i dipendenti dal denunciare frodi nella propria azienda sono le ritorsioni da parte dell’azienda stessa; in questo modo si cerca di incentivare i dipendenti a denunciare comportamenti scorretti garantendo loro protezione e massimo anonimato. In alcuni casi specifici è previsto che il 15 percento della somma recuperata sia destinato al whistleblower come ricompensa per la collaborazione. Lo strumento del whistleblowing è tutto basato su un equilibrio tra rischi ed incentivi; se da una parte il ripagare il whistleblower può apportare dei miglioramenti significativi in termini di maggiori denunce, da un lato potrebbe incentivare dei comportamenti di moral hazard .

Ruolo di rilievo ha avuto l’Ambasciatore nella creazione di questo programma di premiazione dei Whistleblower, scaturito da diversi scandali soprattutto nel settore sanitario americano. Come si può leggere nell’articolo pubblicato da Massimo Gaggi, nel 2009, sul Corriere della Sera: “La prima crisi Wendell Potter, dirigente del gruppo assicurativo Cigna, la visse a metà del 2007 quando, viaggiando in Virginia, vide centinaia di persone disperate in fila sotto il sole per ottenere una visita e qualche cura di base gratuita, offerte da medici volontari. Potter scoprì all’ improvviso che la sanità Usa stava naufragando. E capì che le falle più grosse erano proprio quelle provocate dalle assicurazioni che facevano profitti tagliando le terapie. Quando, qualche mese dopo, la Cigna negò un trapianto di fegato a un paziente che poco dopo morì, Potter decise di diventare un whistleblower. […] Potter, che nel frattempo si è dimesso, ha testimoniato di recente davanti al Congresso e le sue denunce sono servite ai parlamentari che hanno redatto le proposte di riforma della sanità Usa. Altri «dipendenti col fischietto» hanno costretto la Faa, l’ authority Usa per il volo, ad ammettere buchi nella sua organizzazione e la Fda a revocare l’ autorizzazione alla vendita di farmaci che non erano stati ben testati. Grazie a un altro whistleblower, si è scoperto che la criminalità organizzata ha imparato a sottrarre miliardi al Medicare (la sanità pubblica per gli anziani) facendosi rimborsare cure mai fatte.”

Il whistleblowing si identifica come un procedimento di risoluzione ex post e non tanto come un procedimento che vada a risolvere il problema della corruzione ex ante. Sebbene la promozione di una cultura della prevenzione rimanga, a mio avviso, ancora come uno dei pilastri fondamentali per la lotta alla corruzione, i risultati ottenuti negli Stati Uniti tramite tale programma sono stupefacenti. “É meglio prevenire che curare” ma se non si è riusciti nel primo intento è sempre meglio poter curare.

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Commenti (1)

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  1. avatar Giovanni scrive:

    la segnalazione di condotte illecite, indubbiamente porta benefici in termini economici.
    Ma nel nostro Paese, non e’ solo vantaggio economico.
    La segnalazione di condotte illecite del dipendente pubblico, assume la connotazione di vigilanza sul corretto esercizio della funzione pubblica e sull’uso lecito delle risorse pubbliche alla luce dell’art. 98 della Costituzione.
    Inoltre la segnalazione di condotte illecite poste in essere nel luogo di lavoro, e’ concorso al progresso materiale o spirituale della societa’ alla luce dell’art. 4 della Costituzione.
    La nostra Repubblica, alla luce dell’art. 1 della Costituzione, e’ fondata sul lavoro.

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