Il rapporto “Curiamo la corruzione”

Nella categoria Sanità e Welfare da su 7 aprile 2016 0 Commenti

Nell’ambito della prima giornata nazionale contro la corruzione in sanità di ieri mattina è stato presentato il rapporto “Curiamo la corruzione. Percezione, Rischi e Sprechi in Sanità”. Quasi la totalità della spesa delle regioni è sanitaria ed è proprio per tale motivo che è in quel comparto che si annida un’ampia fetta di corruzione. “Curiamo la corruzione” è finanziato dalla Siemens Integrity Initiative e si pone come obiettivo quello di apportare un miglioramento del Sistema Sanitario Nazionale in termini di corruzione e sprechi; tre sono le macro-aree in cui l’azione di ricerca si concentra e ad oguna delle quali si occupa rispettivamente Censis, RiSSC e ISPE:

  • la rilevazione della percezione di corruzione da parte del personale apicale (l’89.3% ritiene che la corruzione pervada le pubbliche amministrazioni a prescindere dalla loro attività);

  • l’analisi del livello di rischio corruzione nei processi di acquisto delle aziende sanitarie ( il 40% delle aziende sanitarie non ha svolto analisi dei rischi);

  • l’introduzione degli indicatori di spreco nei conti economici delle aziende sanitarie (circa 1 miliardo di euro sono i potenziali risparmi che si possono ricavare nelle Asl per voci di spesa non collegate all’efficacia delle cure).

I dati per la ricerca sono stati rilevati presso aziende sanitarie soggette alle legge 190/2012 che prevede l’obbligo per la pubblica amministrazione di fare analisi di rischio. Ma solo 1 ente su 4 ha adempiuto agli obblighi di legge.

Alcune stime affermano che 2 milioni di italiani hanno ricevuto buste in sanità e più di 10 milioni hanno fatto visite in nero. Come ha affermato il rappresentate del Segretariato Italiano Studenti Medicina: “Il primo passo per combattere la corruzione è informare”.

Per saperne di più:

Legge 190/2012

Progetto “Curiamo la corruzione”

 

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