Ancora su sanità e corruzione

Nella categoria Sanità e Welfare da su 6 aprile 2016 1 Commento

corruzione-sanitaTorna d’attualità il tema della corruzione nella sanità dopo che l’università di Torino ha pubblicato un rapporto sulla permeabilità degli appalti pubblici alla criminalità. Lo studio, dal titolo “Warning on Crime” è stato presentato lo scorso 22 febbraio ed è il risultato di uno studio coordinato dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino, in partnership con Amapola Progetti per la sicurezza delle persone e delle comunità, l’Università Cattolica di Lione e l’Università di Maastricht.

Dallo studio risulta che in Italia i settori più esposti al rischio di infiltrazioni criminali – e quindi alla corruzione – sono quelli delle costruzioni e della sanità. Nel caso della sanità il rischio viene soprattutto dall’opacità con cui si rapportano i soggetti pubblici e privati; chi ha avuto modo di leggere la ricerca sostiene che l’ambiguità più grande sta nel fatto che “gli appalti per le forniture mediche sono destinati a una ristretta cerchia di operatori del settore. È molto interessante rilevare che quasi mai questi appalti vengono assegnati a fornitori stranieri”[1]. I contratti con i soggetti non italiani sarebbero infatti solo il 2,48% del totale, e in questa cifra sembrerebbe possibile leggere l’assenza di una vera concorrenza e soprattutto la volontà di favorire soggetti nazionali. Interrogarsi sul perché di questi ‘favoritismi’ porterebbe quasi certamente a trovare una risposta nella corruzione.

L’alto livello di vulnerabilità italiana a queste dinamiche trova inoltre un riscontro nei dati già pubblicati nell’articolo “La trasparenza come antidoto alla corruzione nella sanità[2] lo scorso 19 gennaio, in cui si diceva che benché in Italia non ci siano dati specifici sulle frodi nel sistema sanitario, la Corte dei Conti certifica che “in questo settore si intrecciano con sorprendente facilità veri e propri episodi di malaffare con aspetti di cattiva gestione, talvolta favoriti dalla carenza dei sistemi di controllo[3]. Una stima al ribasso quantifica in 6 miliardi di euro la cifra media che ogni anno viene sottratta in Italia alle cure per i malati.

Nell’articolo citato parlavamo della coscienza delle persone come il punto di partenza da cui muoversi per correggere questi vizi, ma non dimentichiamo che anche la differenza delle norme tra i diversi stati e la scarsa attenzione di chi ha il potere di prendere decisioni può persino peggiorare la situazione attuale, creando in Europa terreno fertile per la criminalità e i suoi affari.

[1] http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/22/appalti-sanita-italia-seconda-piu-a-rischio-in-europa-per-corruzione-e-mafia/2483578/
[2]http://anticorruzione.eu/2016/01/la-trasparenza-come-antidoto-alla-corruzione-nella-sanita/
[3] https://www.transparency.it/corruzione-sprechi-sanita/

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Commenti (1)

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  1. avatar Giovanni scrive:

    ho potuto verificare sulla mia pelle, la correttezza gestionale di una azienda Ospedaliera Universitaria di Palermo.

    il sottoscritto, e’ impiegato di ruolo dell’Universita’ di Palermo;

    in applicazione del d.l. 517/1999, e’ costituita l’Azienda Ospedaliera Universitaria;

    l’esercizio della funzione pubblica del sottoscritto presso l’azienda costituita, e’ regolato dall’ art. 8 c. 5 del D.L e dal protocollo di intesa universita’ di Palermo – Assessorato della Sanita’ regione Sicilia, pubblicato nella GURS n. 3 del 16/01/2004;

    sia il D.L. che il protocollo di intesa, sono ignorati;

    l’Azienda, propone ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, contro l’ente di appartenenza e nei confronti del sottoscritto, per l’annullamento di un atto inerente il rapporto di impiego con l’Universita’ di Palermo, che formalizza congiuntamente ad ulteriori atti pubblici (Annuari Accademici) la figura universitaria posseduta;

    la Direzione Sanitaria dell’Azienda, ipotizza il possesso di figura professionale ospedaliera e dispone l’assegnazione della sede di servizio del sottoscritto, con la figura ospedaliera ipotizzata;

    il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, notificato presso il proprio domicilio, e’ dichiarato inammissibile;

    il certificato di servizio, attesta la figura universitaria formalizzata con l’atto impugnato e in atti pubblici dell’Ente (Annuari Accademici) e dall’attestato non emerge il possesso di alcuna figura professionale ospedaliera;

    l’Azienda sanitaria, ignora la figura professionale universitaria formalizzata con l’atto impugnato e in atti pubblici, la decisione del Presidente della Repubblica e il certificato di servizio e, continua a conferire, la figura professionale ospedaliera;

    la Direzione Amministrativa dell’ente di appartenenza, ordina ai vertici dell’Azienda, il rilascio del badge identificativo per la rilevazione automatica delle presenze;

    i vertici aziendali, ignorano l’ordine;

    l’Azienda sanitaria, eroga somme, invia buste paga e certificati di redditi presso il proprio domicilio, pur essendo privo della figura professionale ospedaliera e del badge identificativo per la timbratura dell’orario di servizio!

    su quali presupposti giuridici e contabili, l’Azienda sanitaria eroga somme e certifica redditi nei confronti del sottoscritto?

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