Appalti e corruzione: il progetto Warning on Crime

Nella categoria Analisi e Ricerche da su 26 marzo 2016 0 Commenti

UnknownQuando si parla di appalti pubblici, siamo spesso portati a collegare questo argomento a corruzione e criminalità organizzata.
I servizi di interesse generale, come scuole, strade e ospedali, tanto per citarne alcuni, svolgono un ruolo fondamentale per la cittadinanza. Ogni anno vengono spesi milioni di euro per procurare alla collettività questi beni e servizi, e spesso le gare di appalto pubblico si tramutano in occasioni d’oro per mettere in atto un giro di affari fatto di illegalità e corruzione.

La concorrenza sleale che si genera quando questi fenomeni si manifestano nelle gare di appalto, spesso mina la qualità del bene o servizio offerto, e ciò porta inevitabilmente all’aumento del costo della collettività.

Il 22 febbraio, presso l’Università di Torino, sono stati presentati i risultati del progetto Warning on Crime, i cui lavori sono iniziati nel marzo 2014.
Questo progetto si è preposto di indagare e rafforzare la conoscenza riguardo alle legislazioni e agli strumenti che i 25 Paesi membri dell’Unione Europea analizzati (sono esclusi dalla ricerca Cipro, Belgio e Grecia) possiedono per ostacolare i fenomeni corruttivi negli appalti pubblici.

Dallo studio è emerso che tutti i sistemi appaltanti dei Paesi analizzati presentano vulnerabilità, ovviamente con diversi gradi di gravità. Risulta inoltre che tra i vari settori analizzati, quelli considerati più a rischio, nonché quelli che richiedono un maggiore finanziamento rispetto agli altri, sono costruzione e sanità.
Questi risultati sono tutt’altro che positivi se si pensa che ben un quinto del PIL dell’Unione viene impiegato nella spesa per beni e servizi di carattere pubblico.

Generale e diffuso livello di corruzione delle istituzioni (sia a livello locale che nazionale), elusivi metodi di manomissione delle procedure di assegnazione degli appalti, assenza di controlli durante la fase di esecuzione del contratto, assenza di autorità specificatamente incaricate del monitoraggio dei lavori sono solamente alcune tra le cause per cui questo fenomeno è ancora così diffuso.

Contrariamente a ciò che tutti siamo portati a pensare, non è l’assenza di regole il  principale problema di questi fenomeni. Anzi. L’Italia, ad esempio, possiede un sistema normativo esemplare in materia di appalti ma nonostante ciò, è un Paese dove i fenomeni corruttivi e di mala gestione dell’esecuzione dei contratti si presentano senza sosta.

Nonostante i vari stati membri facciano enormi sforzi per contrastare il fenomeno, senza un framework legale comune a livello europeo sarà difficile riuscire ad ottenere dei forti risultati. Altri aspetti che la ricerca indica come essenziali sono quello del ridurre il processo burocratico e far si che i cittadini stessi si rendano conto dell’importanza di chiedere di ottenere informazioni più trasparenti riguardo a come vengono spesi i soldi pubblici.

Per maggiori informazioni sul progetto:
http://www.warningoncrime.eu
http://www.warningoncrime.eu/workstreams/

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sull'autore ()

24 anni, laureata in Economia e Management all'Università di Roma Tor Vergata presso la quale frequento attualmente il Master of Science in European Economy and Business Law. Amo la pittura, il teatro, la fotografia e i viaggi, ma la mia passione più grande ed irrefrenabile è lo studio delle lingue. Reduce da un Erasmus che , oltre alla mia dipendenza da caffeina, è causa dell’accrescimento della mia sete di sperimentazione, curiosità e ricerca continua di nuovi stimoli, ho colto al volo l’opportunità di partecipare a questo progetto perché credo fortemente nell’educazione, nell’informazione e nel confronto come strumenti di cambiamento.

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