Government Accountability Project

Nella categoria Whistleblowing da su 12 ottobre 2015 0 Commenti

Nel 1977, negli Stati Uniti nasce il Government Accountability Project (GAP), un’organizzazione non-profit che si occupa della protezione e sostegno dei whistleblowers. Da quando è nata ha aiutato più di 5000 whistleblowers. Non solo si occupa di questa tematica, ma anche di ciò che riguarda i dipendenti che esercitano il diritto di libertà di parola e degli abusi di potere.

Nel 2013 viene redatto il documento: “International best practices for whistleblower policies” (che potete trovare in questo: link)nel quale vi sono elencate le best practices, cioè le buone norme che sono alla base di una raccolta di tutte le leggi nazionali e delle politiche di organizzazioni intergovernative, come UN e World Bank.

La sezione è divisa in 5 parti: scopo della copertura, forum, regole per vincere, soccorso per whistleblowers che vincono, “fare la differenza”. A loro volta ogni sezione è divisa in sottosezioni.

Nella prima sezione si afferma che l’elemento fondamentale riguarda la disponibilità di una riforma. Essa deve essere a disposizione di tutti. Cioè, se si presenta un appiglio che nega la copertura, allora le regole di protezione dei whistleblowers vengono compromesse. Quindi abbiamo una sottosezione che riguarda il contesto per una libera espressione dei diritti “senza vie d’uscita”; l’argomento di discussione per un libero discorso “senza vie d’uscita”; i diritti verso il rifiuto per la violazione della legge; protezione contro la ritorsione; la protezione per tutti i cittadini con rilevanti informazioni per la missione di servizio pubblico e quella contro molestie non convenzionali (ad esempio promozioni, formazione, discriminazione); affidabile tutela dell’anonimità; difendere i diritti dei whistleblowers dall’obbligo di non pubblicazione; informare delle normative che li riguardano. I diritti dei whistleblowers dovrebbero andare a coprire tutti quei discorsi riguardanti le illegalità, i grossi sprechi, la cattiva gestione, l’abuso d’autorità, i pericoli sostanziali e specifici contro la salute pubblica o la sicurezza ed ogni altra attività che danneggia le missioni istituzionali. Importante affinché ci sia una libera espressione dei diritti è il funzionamento di tutto ciò che riguarda la protezione contro gli atti di ritorsione. Le persone, perché impaurite da cosa gli potrebbe accadere, decidono di non parlare e non permettono di far scoprire violazioni dei diritti. Si devono proteggere anche coloro che assistono i whistleblowers e gli individui che sono percepiti come whistleblowers, attraverso un affidabile programma di protezione dell’anonimità.

Nella seconda sezione viene definita l’ambientazione, cioè il forum, dove vengono giudicati i diritti dei whistleblowers. Quindi nelle sottosezioni troviamo: i diritti per un autentico giorno nella Corte e l’opzione per una risoluzione della disputa attraverso l’utilizzo di una terza parte indipendente che permette di abbassare i costi del forum ed una maggiore velocità di risoluzione della controversia.

Nella terza sezione vengono analizzate le regole per vincere, cioè sono dei test che il whistleblower deve passare per provare che un’illegale ritorsione ha violato i suoi diritti e quindi poter vincere. Abbiamo nelle sottosezioni: gli standard da seguire per provare la violazione dei diritti (da quando il governo degli U.S. ha cambiato l’onere della prova nelle leggi per i whistleblowers, il tasso di successo è aumentato dall’1-5% annuale al 25-33% dando una maggiore chance di vittoria a questi individui); le tempistiche da rispettare per esercitare il loro diritto (si deve agire entro una tempistica che va da 30 a 60 giorni e molte persone non essendo informate su questo dettaglio finiscono per non poter esercitare il loro potere).

Nella quarta sezione abbiamo il soccorso per i whistleblowers che vincono, quindi le sottosezioni riguardano: il compenso (riguarda il rimborso delle spese dirette, indirette e future dovute alle conseguenze della rappresaglia. Per sapere di più su questo tema leggete l’articolo a questo link: http://anticorruzione.eu/2015/10/lamerica-premia-i-whistleblowers/); l’aiuto temporaneo (riguarda, ad esempio, un whistleblower che potrebbe andare in bancarotta mentre aspetta la fine del processo. Dunque deve essere aiutato); le coperture per le spese d’avvocato; le opzioni di trasferimento (cioè l’aiuto per trovare un nuovo lavoro).

La quinta ed ultima parte riguarda il “fare la differenza”. I whistleblowers rischieranno una ritorsione solamente se pensano che le loro segnalazioni possono permettere di sconfiggere l’abuso di potere, creare speranza e dunque fare la differenza. Vogliono vedere dei risultati positivi. Nelle sottosezioni abbiamo: il processo di azioni correttive credibili ed un atto che permette di recuperare una porzione dei soldi che il governo può utilizzare per il bene comune.

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Ho 23 anni e sono uno studente al secondo anno di "Master of science in Business Administration" all'Università di Roma "Tor Vergata". Laureato nel 2014 in "Economia e Management" sempre a Tor Vergata. Diplomato al Liceo Scientifico Statale "Vito Volterra" di Ciampino nel 2011. La mia mail è: daniele.favero2@virgilio.it

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