“La corruzione non può essere nascosta a Dio o al popolo”
Whistleblowers, codici etici, sanzioni, competenze, tecnologia… queste sono solo alcune delle principali armi che possiamo utilizzare per combattere il fenomeno della corruzione. Un’arma molto più sottile e diretta però, di cui ci si scorda spesso, è l’arte. L’arte infatti, fin dall’alba dei tempi, grazie a tutte le sue forme di espressione ha permesso agli uomini di comunicare sentimenti, messaggi e pensieri che possono facilmente raggiungere qualsiasi essere umano indistintamente dalla razza, istruzione e grado sociale.
Nel medioevo le sculture erano utilizzate per comunicare e istruire il popolo analfabeta circa gli insegnamenti della Bibbia, durante il Romanticismo l’arte esprimeva il pensiero e il modo di vedere la realtà degli artisti, nel 1937 a Parigi Pablo Picasso mostra la “Guernica” esprimendo così la sua opposizione verso la guerra…..la stessa idea di arte come strumento di comunicazione di messaggi positivi la possiamo trovare dagli inizi di Settembre sui muri di contenimento della capitale afghana, Kabul.
Un gruppo di street artists infatti, sotto lo slogan di “La corruzione non può essere nascosta a Dio o al popolo” (come dice la scritta in arabo nel murales in alto) ha iniziato a dipingere murales per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della corruzione; l’Afghanistan, infatti, è al 172° posto nella classifica di Transparency International che misura la percezione della corruzione in 175 paesi del mondo. La causa di questa situazione sembra essere spiegata dall’assenza delle truppe alleate che ha lasciato il paese dopo un periodo di “assestamento”, lasciando in realtà un paese senza guida e inconsapevole dei veri valori della democrazia. Sono iniziative come queste però, autorizzate dalle autorità e dallo steso presidente afghano Ashraf Ghani, che fanno ben sperare per un quanto meno timido inizio verso una situazione più integra.
“Qua tutti i funzionari governativi sono corrotti – spiega Maryam Kohi, una degli street artists intervistata in questo video-news – Vogliamo che la gente veda la corruzione attraverso i nostri quadri, perché questo fenomeno è arrivato ormai ai massimi livelli. Vogliamo che la città venga vista in un modo diverso, non come una prigione.”
“Vogliamo che i muri della città, devastata dalla guerra, diventino belli.”
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