Relazione ANAC 2015: successi e criticità nella lotta alla corruzione in Italia
Cantone: “La corruzione è cambiata nella sua struttura; essa è sempre più raramente caratterizzata dal rapporto bilaterale fra chi dà e chi riceve ma fa capo e promana da organizzazioni, in qualche caso di tipo mafioso, nel cui ambito si ritrovano, con interessi comuni, pubblici funzionari, imprenditori e faccendieri; un ‘sistema gelatinoso’ in cui si fa persino fatica a dire chi è il corrotto e chi il corruttore“. Una fotografia della corruzione in Italia non lontana dalle metafore analizzate anche da Davide Torsello, Professore associato, antropologia culturale, nel suo articolo “Le nuove metafore della corruzione in Italia”: dalla simbolica “mazzetta” e “Tangentopoli” al “liquido gelatinoso” e il “Mondo di mezzo”, queste evocano diverse realtà ed evidenziano il cambiamento di tale fenomeno sociale.
Altri dati emergono dalla prima Relazione annuale 2015 ANAC presentata al Parlamento lo scorso 2 luglio, che vede l’ex pm anticamorra Raffaele Cantone Presidente e ripercorre le sfide affrontate in questi ultimi 14 mesi dall’Authoriy.
“Le indagini dell’ultimo periodo della magistratura, che va ringraziata per il grande impegno quotidianamente profuso, hanno evidenziato come la corruzione sia divenuto un fenomeno sistemico, che alberga soprattutto negli appalti pubblici ma di cui non sono scevri altri settori ed ambiti dell’amministrazione, non solo quelli per certi versi ‘scontati’ delle concessioni e autorizzazioni, ma anche altri ‘inattesi’, quali quelli delle attività cd sociali affidate al terzo settore”. Tra i successi vi sono i commissari per gli appalti dell’Expo, l’impulso alle attività ispettive con 51 procedure nei soli lavori pubblici, l’istituzionalizzazione della “vigilanza collaborativa” con gli enti vigilati. Da come si può leggere anche su Il Sole 24 Ore, nell’articolo “Un anno di Anac: varianti, vigilanza e regolazione tra i risultati di Cantone”, la sfida nel settore degli appalti non si ferma con questo primo nucleo di poteri straordinari affidati al supercommissario anticorruzione. “Ci aspettano nel prossimo periodo sfide da far tremare i polsi; la legge delega per riscrivere il codice degli appalti, approvata al Senato senza nessun voto contrario, recepisce le ultime direttive comunitarie foriere di una nuova politica degli appalti, e scommette moltissimo sull’Autorità a cui attribuisce poteri di regolazione e di controllo molto significativi, tanto da essere indicata come il futuro arbitro del sistema” afferma Cantone.
Mentre tra le criticità appaiono i piani triennali anticorruzione delle amministrazioni pubbliche, interpretati troppo spesso in senso burocratico. Cantone li definisce “insufficienti per metodo, sostenibilità ed efficacia”. Su un campione di 1.300 enti il 90% ha adottato il suddetto strumento per la prevenzione della corruzione e tra questi più del 50% ha aggiornato il documento nell’ultima annualità. In ogni caso “L’Autorità ritiene che lo strumento dei piani sia una scelta da perseguire, e sia necessaria, in questa prospettiva, un’adeguata sensibilizzazione delle amministrazioni, accompagnata anche da una semplificazione della struttura dei piani stessi” sottolinea Cantone.
Rimangono altre battaglie da affrontare e nodi da sciogliere: migliorare l’accesso civico ai dati della Pa e poteri sanzionatori in attuazione della Legge Severino troppo sbiaditi. In riferimento alla Legge Severino, Cantone commenta come “A meno di 3 anni dall’entrata in vigore della legge 190 si riscontrano problematiche e dubbi applicativi. La legge Severino e le norme attuative sono strumenti centrali di prevenzione, ma servono interventi legislativi per consentire una loro reale efficacia ed utilità”.
Un’altra sfida è diffondere il whisterblowing. La così detta “legge anticorruzione”, in tema di prevenzione della corruzione nella PA, prevede delle tutele per i whistleblowers, ovvero i dipendenti pubblici che denunciano casi di corruzione di cui vengono a conoscenza. Eppure il 30% delle amministrazioni non prevede tale meccanismo e risultano solo 90 le segnalazioni arrivate in base a un campione di 155 report dei responsabili prevenzione corruzione degli enti. “Le segnalazioni riguardano in modo particolare i comuni e gli enti pubblici locali cioè i soggetti istituzionale più vicini ai bisogni dei cittadini. È un segnale che dimostra come i cittadini si stiano impadronendo dello strumento” commenta Cantone, sottolineando l’importanza di tale strumento, che spesso, come analizza nel suo articolo “Wisthlblowing: é un invito alla delazione?” Luciano Hinna, viene concepito con senso di delazione.
La Relazione annuale ANAC del 2015 al link
L’articolo “Le nuove metafore della corruzione in Italia” su anticorruzione.eu al link
Il disegno di legge delega di riforma degli appalti al link.
L’articolo su Il Sole 24 Ore (Edilizia e Territorio) al link.
La Legge 190/2012 al link.
L’articolo “Wisthlblowing: é un invito alla delazione?” su anticorruzione.eu al link.
Tags: ANAC, Appalti, featured, Legge Severino, whistleblowing
I piani di prevenzione della corruzione non bastano occorre responsabilizzare anche l’organo politico che li approva e che ad oggi li considera solo documenti obbligatori ed inutili. Oggi più che mai e’ in corso un processo di liberazione della politica da ogni responsabilità e questo rende vano ogni sforzo preventivo. Occorre formazione valoriale obbligatoria anche per amministratori enti locali.