La Metro C sotto i riflettori dell’Anac, esposto alla Corte dei Conti
Appena pochi giorni fa, il 29 giugno 2015 sono state aperte, a Roma, sei nuove stazioni della Metro C, altri 5 chilometri di tunnel per un totale di 18, con un nuovo capolinea: Piazza Lodi.
Il 2 luglio 2015 arriva però la denuncia dell’Autorità Nazionale Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, che in documento di 44 pagine inviato alla Corte dei Conti, accende i riflettori sugli sprechi, le anomalie e i ritardi della terza metropolitana di Roma.
Di criticità ne vengono evidenziate diverse. Partendo dal progetto originario che ha subito 45 variazioni “per un incremento di 315,911 milioni euro”, che non esauriscono gli incrementi di costo di un’opera che è passata da 3 miliardi e 47 milioni di euro ai 3 miliardi 739 milioni e 839 mila euro spesi ad oggi e, ad ora, incompiuta.
Viene messo in mora l’operato della stessa stazione appaltante, Roma Metropolitane, giudicato “non coerente coi principi di trasparenza e di efficienza per aver messo a gara un progetto di tale rilevanza, in carenza di adeguate indagini preventive, per una parte molto estesa del tracciato, senza tener in debito conto i pareri espressi dalla Sovrintendenza archeologica”.
Già nove mesi fa Riccardo Magi, consigliere di maggioranza e Presidente di Radicali Italiani, in concerto con l’ingegnere Antonio Tamburrino inviarono un esposto indirizzato proprio a Raffaele Cantone per evidenziare dubbi sui tempi, i costi esorbitanti dell’opera e su “un progetto snaturato sin dall’inizio – afferma Magi commentando l’esposto dell’ANAC – dalle varianti, dagli abusi, dalle omissioni di vari soggetti, al punto che oggi è un progetto pressoché irrecuperabile.”
Altro punto critico della relazione è la parte riguardante i ritrovamenti archeologici che, a detta dell’Authority Anticorruzione, non possono qualificarsi come cause di forza maggiore, come dichiarato dai contraenti, ma come “circostanze insite nelle attività rimesse al Contraente generale”.
“Non abbiamo elementi per dire che c’è corruzione” conclude Cantone che invita i soggetti coinvolti ad assumere ponderate decisioni riguardo il prosieguo dell’opera, la tratta T2 (Piazza Venezia-Piazzale Clodio) atteso che “allo stato attuale sono ancora concretamente da valutare tempi e costi di esecuzione nonché la stessa possibilità di realizzazione”.
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