La corruzione è arrivata in Cile?
Lo scorso mese di Aprile, come un vulcano di energia, la voglia di cambiamento ha affollato le strade di Santiago ed altre città cilene. Cuore incandescente della protesta sono stati gli studenti con dichiarata voglia di partecipare al dibattito sulla riforma dell’istruzione e dire basta alla corruzione. Un movimento di studenti che non ha smesso di dormire dopo le varie mobilitazioni del 2011, le più importanti degli ultimi anni e le più grandi dal ritorno della democrazia. In quel tempo principalmente gli studenti rivendicavano una istruzione gratuita, denunciando conflitti di interessi di alcuni politici del Governo che oltre ad essere in possesso di funzioni pubbliche avevano anche responsabilità in istituzioni dell’educazione privata. Ora gli studenti chiedono alla presidentessa Michelle Bachelet di trovare soluzioni al fenomeno corruttivo percepito più che mai, e di portare a termine le riforme promesse durante la sua campagna elettorale.
Diversi sono stati gli scandali di corruzione ad alti livelli nel Paese. A partire dal Caso Penta, che vede uno dei principali gruppi di imprese, Penta, coinvolto in una presunta rete di frode fiscale e finanziamenti irregolari a candidati presidenziali e parlamentari attraverso fatture false.
Di seguito il Caso SQM o Soquimich, dal nome della grande ditta mineraria sospetta di finanziamento irregolare di alcune campagne elettorali e di corruzione politica, in cui discutibili appaiono le fatture collegate a politici, familiari di parlamentari e dirigenti, militanti di diverse correnti, assessori e funzionari pubblici di diverse amministrazioni.
Infine il Caso Caval, che ha avuto il maggiore impatto sulla immagine pubblica della presidentessa. Al centro dell’indagine sono il suo primogenito, Sebastián Dávalos, e l’impresa Caval della nuora per “traffico di influenza” (lobbying) e informazione privilegiata negli affari di speculazione immobiliare all’epoca della campagna presidenziale del 2013. Dávalos avrebbe aiutato la Caval ad ottenere un credito dal Banco de Chile per più di 10 milioni di dollari, poche ore dopo la rielezione della madre, al fine di comprare un terreno a Machalí. Un terreno che era ad uso agricolo, e che sarebbe poi stato rivenduto per sviluppi immobiliari. Coinvolto nello scandalo per la sua supposta partecipazione e conflitto di interesse nell’affare immobiliare di sua moglie, Dávalos si è dimesso dall’incarico pubblico nella Dirección Socioultural de la Presidencia de la República nel febbraio del 2015.
Di fronte alla crisi di fiducia e credibilità che sta contaminando il sistema politico, la presidentessa Bachelet ha presentato una serie di provvedimenti destinati alla lotta contro la corruzione. Il rapporto presenta misure in materia di: prevenzione della corruzione, regolamentazione dei conflitti di interesse, finanziamenti della politica per rafforzare la democrazia, fiducia nei mercati e integrità, etica e diritti di cittadinanza.
Un totale di 234 proposte per migliorare l’integrità, la trasparenza e per combattere la corruzione in tutto il sistema pubblico. Il Congresso approverà un pacchetto di strumenti che circoscrive il potere dei propri legislatori, regola in modo stringente le relazioni con le imprese private e limita i finanziamenti degli aspiranti a cariche politiche?
Nonostante tutto il livello percepibile di corruzione all’interno del settore pubblico in Cile è basso, infatti il Paese figura al 21esimo posto per il Corruption Perception Index 2014 rispetto ai 175 paesi della lista di Transparency International. Ottimo è anche il piazzamento secondo l’Excess Perceived Corruption Index (elaborato dall’economista Castelli e lo statistico Borra), basato sulla relazione esistente tra reddito pro capite e indice di sviluppo umano. Paese decisamente trasparente secondo il CPI 2010 (21esimo su 178 paesi), fa meglio di quanto ci si aspetterebbe date le sue caratteristiche ed è 10emo nella graduatoria “positiva” dell’EPCI 2010.
Che sia arrivata la corruzione? Non sarà all’ordine del giorno come durante i 20 anni di regime totalitario di Pinochet, ma sicuramente c’è molto lavoro da fare per il Governo attuale.
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CARA MICHELA, STO PORTANDO AVANTI, DA ALMENO 3 ANNI, DA GENOVA, UN PROGETTO TOTALMENTE ECOLOGICO DI INVESTIMENTO PROPRIO IN CILE COINVOLGENDO ANCHE L’UNIVERSITA’ E E HO AVUTO SENTORE DI CIO'; SE ATTUANTO PORTEREBBE LAVORO IN QUEL PAESE E PORTEREBBE LA POSSIBILITA’ DI FARSI CONOSCERE ALL’ESTERO CON I PRODOTTI DA ME VENDUTI IN TUTTO IL MONDO.
ANCHE IO HO UNA LAUREA IN ECONOMIA, UN MASTER IN LOGISTICA E CONTROLLO DI GESTIONE E PER QUESTO MIO PROGETTO SARO’ IL PROJECT MANAGER DELLA FUTURA DITTA ITALO-CILENA. HO PARLATO CON AMBASCIATORE DEL CILE A ROMA E NN MI HA DATO ALCUN AIUTO; CERCO DITTE ITALIANE DISPOSTE AD INVESTIRE PER UN PROGETTO DA MILIONI DI DOLLA RI MA CON LA POSSIBILITA’ DI ALTRETTANTI GUADAGNI; SONO STATO COSTRETTO A STUDIARE LO SPAGNOLO, PERCHE’ LORO L’INGLESE O IL FRANCESE NN LO PARLANO.
TI LASCIO E ASPETTO UN TUO PARERE SULLA MIA MAIL. GRAZIE DA FRANCESCO MARIA TESSARIN 347-6243107