Un’occasione d’oro per la Grecia: crisi economica e anticorruzione

Nella categoria Estero da su 27 aprile 2015 0 Commenti

La Grecia è sempre stata vista come uno tra i più corrotti, se non il più corrotto, dei paesi dell’Unione Europea: nel 2014 il Corruption Perception Index di Transparency International la collocava agli ultimi posti insieme a Romania e Italia.

Recentemente, tuttavia, sono aumentati i segnali della continua battaglia contro la corruzione grazie a due fattori, tra loro correlati: la vittoria nelle elezioni politiche di Syriza, che non aveva mai governato in precedenza, e i negoziati con gli altri stati membri dell’UE per ricevere ulteriori fondi.

Transparency International e altri commentatori sperano vivamente che l’elezione di Syriza rinnovi l’attenzione del governo greco sulla lotta alla corruzione, definendo la sua campagna “musica per le nostre orecchie” e sottolineando come il nuovo governo sembri seriamente intenzionato al raggiungimento dell’obiettivo.

Alcuni primi indicatori sono promettenti. Un esempio è l’annuncio della nuova autorità anticorruzione di voler investigare 80mila tra i più benestanti greci che si ritiene detengano conti in banche straniere per evadere le tasse.

Ciononostante, è già rilevabile qualche avvisaglia di malcontento da parte di attivisti anticorruzione e della comunità internazionale che accusano il governo di sprecare tempo prezioso nell’istituire efficaci misure anticorruzione, perché troppo poco è stato fatto finora rispetto a quanto promesso.

Se può risultare prematuro giudicare l’operato di Syriza, le sue intenzioni o le sue effettive capacità, è tuttavia utile porre la nostra attenzione su come la crisi economica possa costituire un’importante e rara opportunità per fare significativi passi avanti in questo ambito,non solo per la Grecia, ma per una più ampia platea di paesi.

Ci sono, infatti, almeno due vie attraverso cui una così drammatica situazione economica può rivelarsi benefica nel ridurre il devastante impatto della corruzione in Grecia.

In primo luogo, per quanto riguarda ciò che viene identificato come una “cultura della corruzione”, un simile shock offre la possibilità di apportare cambiamenti radicali alle norme sociali che hanno favorito lo sviluppo di questa cultura. È plausibile che un evento così drammatico dia ai politici argomenti necessari per tentare di aggredire alla radice questo orientamento culturale.

Secondariamente, gli importanti prestiti che la Grecia è stata costretta ad accettare hanno creato l’occasione per i creditori di fare pressione affinché la Grecia prenda posizioni più decise contro la corruzione. Fino ad ora, sotto questo ultimo aspetto, sia l’UE che il FMI, hanno fallito nel cogliere tale opportunità, ma l’atteggiamento potrebbe migliorare nel prosieguo delle negoziazioni. Le iniziative anticorruzione, infatti, devono iniziare a giocare un ruolo di primo piano nelle condizioni imposte alla Grecia per beneficiare delle somme messe a disposizione. Risulterebbe, infatti, efficace promuovere azioni e sforzi per una buona governance per rimuovere altri tipi di condizionalità che rischiano di lasciare il governo greco senza adeguati fondi.

È stata fornita al governo di Syriza e alla comunità internazionale un’occasione unica per affrontare a viso aperto la corruzione: sarebbe un peccato vedere che un potenziale risvolto positivo venga così sprecato.

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Ho 22 anni e studio Economics perché mi ha sempre affascinato lavorare in ambito accademico o nella ricerca. Ammetto anche di possedere una certa “sana” ambizione, che spero mi porterà davvero lontano. Scout da una vita, corro sempre qua e là tra i vari impegni. Sono appassionata di viaggi, musica, libri e soprattutto cibo. “A che serve avere le mani pulite, se poi le teniamo in tasca?”

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