Di fronte alla corruzione dilagante, basta confiscare solo i beni ai mafiosi?

Nella categoria Infiltrazioni mafiose da su 29 aprile 2015 0 Commenti

ekjdfnLa corruzione così come la mafia, che non è più quella della lupara ma quella dei colletti bianchi, è un fenomeno sia sociale e culturale che finanziario ed economico, e come tale va affrontato in tutti i campi. Nella lotta alle mafie seguire e colpire i patrimoni frutto dell’attività criminosa è di essenziale importanza per colpire al cuore il sistema mafioso.

Si confiscano i beni dei mafiosi, perché non confiscare anche i beni dei corrotti?

Pio La Torre, che fu ucciso (Palermo, 30 Aprile) quattro mesi prima di vedere la sua legge, la legge che nel 1982 ha decretato in Italia cos’è la mafia, ebbe per primo l’intuizione, quell’idea di sottrarre i beni ai mafiosi: “Occorre spezzare il legame esistente tra il bene posseduto ed i gruppi mafiosi, intaccandone il potere economico e marcando il confine tra l’economia legale e quella illegale”.

La legge 109/96 ha migliorato in seguito la 416-bis, detta Rognoni-La Torre per i suoi promotori, nella parte riguardante la confisca dei beni mafiosi e il suo riutilizzo sociale, il quale riutilizzo dona in particolare una maggiore forza nel togliere potere alla mafia riportandolo alla gente.

Anche la corruzione ha come fine illecito l’arricchimento ed è lì che bisogna mettere i riflettori. Stimolante è l’intervento su Il Fatto Quotidiano (11 aprile 2015) dell’ex magistrato Antonio Ingroia, che afferma: “Giovanni Falcone diceva che se vuoi sconfiggere la mafia devi colpirla sul piano finanziario. Per questo la confisca dei beni è stata la misura più efficace, vera spina nel fianco delle cosche, che ha innescato processi virtuosi anche nella società, come dimostra l`esempio delle cooperative che oggi gestiscono i beni confiscati. Con la corruzione si deve fare esattamente la stessa cosa: il sequestro preventivo dei beni è fondamentale per colpire al cuore il sistema della corruzione.”

Ciò che può fare la differenza nella guerra alla corruzione è la confisca dei patrimoni dei corrotti come si fa per i beni mafiosi e l’istituzione di un Alto commissariato per l’acquisizione di beni di provenienza criminale che dia la caccia ai patrimoni illeciti di mafie e corruzione. Questa è la proposta. “Esiste già un articolato normativo – prosegue l’ex pm – che giace nel dimenticatoio collettivo di questo paese della rimozione ed è stato scritto da giuristi come me ed altri, e da militanti dell`antimafia come Franco La Torre, figlio di Pio. Una legge che potremmo chiamare “La Torre-bis”, perché estende ai corrotti la confisca dei beni mafiosi introdotta grazie a Pio La Torre, e al suo sacrificio assieme a quello del prefetto Dalla Chiesa. Di fronte a gravi indizi di corruzione partono gli accertamenti finanziari e patrimoniali, e se esiste sproporzione tra il valore del patrimonio e il reddito dichiarato si sequestrano i beni dell`indiziato corrotto. Chi non riesce a dimostrare la provenienza lecita delle ricchezze subisce la confisca dei beni e la loro destinazione, a sentenza definitiva, a finalità di interesse pubblico e sociale.”

Colpire negli interessi economici della corruzione può essere una misura forte per affrontare questo fenomeno dilagante.

I beni confiscati in Italia alla criminalità organizzata: Quanti sono? Dove sono? Quanto valgono? Come vengono riutilizzati? A queste domande risponde Confiscati Bene, “un progetto partecipativo per favorire la trasparenza, il riuso e la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, attraverso la raccolta, l’analisi dei dati e il monitoraggio dei beni stessi” – da come si legge sul sito stesso – al quale partecipano giornalisti, attivisti e tecnologi. Di seguito, dal sito confiscatibene.it, la mappa interattiva basata sui dati ufficiali dell’ANBSC (Agenzia per i beni confiscati alla criminalità organizzata) che mostra i beni confiscati in Italia.

Come si può notare attraverso l’intensità del colore rosso, che aumenta all’aumentare dei beni confiscati presenti sul territorio, la criminalità organizzata si dirama non solo nel Meridione, ma lungo l’intera penisola fino ad arrivare al Nord. Questa mappa può anche non essere letta con connotazione negativa per quanto riguarda la diffusione di tale fenomeno, può essere vista in chiave di rivendicazione dei diritti e di opportunità di futuro per la società civile: delle sconfitte per la mafia che si traducono in vittorie per la legalità.

Tags: , , ,

avatar

sull'autore ()

Studentessa universitaria di Economia e Management, fin dal liceo ho sentito particolarmente a me vicini i temi della legalità e della trasparenza. E' lì che ho scoperto e cominciato a coltivarela mia passione per l’attenzione al sociale e la curiosità sulle dinamiche che governano la nostra attuale società. Sono entusiasta ora di prendere parte a questa nuova avventura!

Lascia un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *