Corruzione e sistemi elettorali: sistema proporzionale e maggioritario a confronto
Approvata in seconda lettura la riforma costituzionale, contenente principalmente la riforma del Senato e del titolo V della Costituzione, la Camera dei Deputati si appresta a votare la nuova legge elettorale, il cosiddetto Italicum che, salvo modifiche, sarà approvata definitivamente.
Sinteticamente l’Italicum possiamo definirlo un sistema elettorale misto proporzionale e maggioritario. Proporzionale perché il numero dei seggi verrà assegnato proporzionalmente al numero dei voti ricevuti, calcolo che avverrà su base nazionale e perché tornano le preferenze che potranno essere espresse dal secondo in lista in poi, considerato che i capilista rimangono bloccati, ovvero scelti dalle segreterie di partito.
Maggioritario per la presenza di un premio di maggioranza dato alla lista che raggiunge il 40% dei voti al primo turno o, se tale soglia non si raggiungesse, sarà assegnato alla lista che vince il ballottaggio fra le due più votate alla prima tornata elettorale. Un altro elemento tipico dei sistemi maggioritari è la presenza di collegi di dimensioni ridotte rispetto ai sistemi proporzionali e, infatti, vediamo che nella legge elettorale in approvazione vi saranno 100 collegi rispetto ai 27 della legge precedente.
Mostreremo ora quale sia il rapporto che intercorre fra corruzione e sistemi elettorali, confrontando il sistema proporzionale con quello maggioritario, evidenziando i pro e i contro di questi due sistemi elettorali.
Il nesso tra corruzione e sistemi elettorali c’è e non può essere eluso, perché avere una classe dirigente di qualità è un fattore che facilita la lotta alla corruzione. Inoltre la selezione stessa della classe politica dirigente di un paese può avvenire in modo sano o può essere viziata da fenomeni quali il voto di scambio che in Italia, segnaliamo, sconta il fatto di non essere di per sé una fattispecie di reato autonoma.
In letteratura il rapporto fra corruzione e sistemi elettorali è stato studiato, principalmente, attraverso due fattori: l’ampiezza del distretto elettorale e la formula elettorale.
Relativamente al distretto elettorale, i sistemi maggioritari tendono ad avere collegi di dimensioni ristrette e con l’aumento del numero dei collegi vi è un aumento delle barriere all’entrata per i candidati che concorrono al seggio e poca o scarsa rappresentanza delle minoranze. E’ evidente nel caso dei collegi uninominali, in cui viene assegnato un seggio per collegio e, in questo contesto, ciò potrebbe favorire la corruzione perché un politico già noto all’elettorato e che abbia la maggioranza dei voti potrà difficilmente essere rimosso, favorendo dunque il formarsi di posizioni di rendita.
Nei sistemi proporzionali con grandi distretti e pluralità di seggi, al contrario del maggioritario, è possibile che vengano eletti anche candidati che ottengono una minoranza di voti. Ciò comporta una competizione più accesa e minori rendite per i candidati in virtù dell’abbassarsi delle barriere all’entrata (Myerson, 1993; Ferejohn, 1986).
Relativamente alla formula elettorale nei sistemi maggioritari gli elettorali votano per un candidato espressione del territorio con cui si crea un legame diretto eletto-elettore. Data questa vicinanza il politico dovrà adottare la massima trasparenza nel suo operato per il rischio di non essere rieletto, quindi per un problema di accountability, ovvero “la valutazione da parte dell’elettorato, ed eventualmente una sanzione, in merito all’operato dei politici”.
Differentemente a quanto accade con i sistemi maggioritari, nei sistemi proporzionali nei quali si vota per una lista di candidati e nei quali c’è un legame eletto-elettore meno vincolante, l’incentivo a comportamenti corruttivi è maggiore che nei sistemi maggioritari (Persson e Tabellini, 1999; 2000; 2002).
Sia il sistema elettorale proporzionale che quello maggioritario, quindi, presentano argomenti a favore e a sfavore rispetto al rischio di propiziare fenomeni di corruzione. Al contempo una seria discussione sul tema della legge elettorale, per essere tale, non può prescindere da considerazioni quali la lotta alla corruzione.
Riferimenti bibliografici:
Alfano MR, Baraldi AL, Cantabene C. Sistemi elettorali e corruzione: il ruolo della concorrenza politica. Politica Economica, 1: 119-40; 2013
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