Russia, Putin riduce le sanzioni contro la corruzione
La Russia di Vladimir Putin fa un altro passo indietro nella lotta contro la corruzione. Il presidente russo, infatti, ha deciso di diminuire drasticamente le pene e le sanzioni inflitte a tutti coloro che ricevano o elargiscano tangenti. La decisione arriva in un momento molto delicato per Putin, che, da una parte, deve gestire le ultime fasi del conflitto nell’est dell’Ucraina, dall’altra, sta facendo di tutto per tirarsi fuori dal caso di Boris Nemtsov, oppositore politico del Cremlino ucciso il 27 febbraio nel centro di Mosca.
Putin, il 10 marzo scorso, ha ratificato il disegno di legge che prevede un taglio netto delle sanzioni per chi commette reato di corruzione. Se un cittadino o un politico russo dovesse accettare una tangente inferiore a 25mila rubli (400 euro circa) sarà punibile con una multa equivalente a dieci volte la somma che ha fatto scattare la pena di corruzione. Prima dell’approvazione di questo disegno di legge, la pena ammontava a 25 volte il valore della tangente.
La nuova legge prevede una riduzione delle sanzioni anche per chi dovesse pagare una tangente, reato molto frequente in Russia. In questo caso, chi ha commesso l’illecito pagherà una somma cinque volte superiore al valore della tangente. Precedentemente, la legge prevedeva una multa molto più onerosa: 15 volte il valore della mazzetta. Il decreto fissa anche una proroga del periodo di pagamento volontario della sanzione, che passa da 30 a 60 giorni.
Questo disegno di legge era stato introdotto già un anno fa, ma solamente adesso Putin lo ha ufficializzato. Secondo Garry Minkh, un inviato del Cremlino, la legge è stata fatta perché prima nessuno pagava le sanzioni: solamente il 20% delle ammende perveniva nelle casse del Cremlino. Con questa mossa, Putin cercherà di far aumentare questa percentuale, rischiando però di incrementare i reati di corruzione.
La Russia è al 136esimo posto (su 175 paesi presi in considerazione) nella classifica stilata da ‘Transparency International’, che ha stimato il valore delle perdite per questo tipo di reati in 300 miliardi di dollari nel solo 2009. Nel 2012, Putin ha cercato di diminuire il problema della corruzione in Russia dopo lo scandalo di ‘Oboronservis’, un’azienda del ministero della Difesa che avrebbe venduto sottocosto molti immobili di proprietà dello Stato, producendo una frode di 3 miliardi di rubli, pari a 95 milioni di dollari. In quel caso, Putin cambiò tutti i vertici militari.
La mossa di Putin potrebbe portare più soldi nelle casse del Cremlino, derivanti dagli introiti delle sanzioni che naturalmente in questo modo saranno più facili da pagare. D’altra parte, però, una diminuzione delle pene per il reato di corruzione potrebbe incentivare il reato all’interno della politica nazionale e locale russa.
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