Dal gioco s’impara

Nella categoria Scuola e Formazione da su 13 marzo 2015 0 Commenti

Per combattere la co13525315_medium-300x225rruzione occorre garantire la legalità e migliorare l’amministrazione della giustizia.

Sono venti anni che si parla di nuove leggi anticorruzione, ma i partiti non riescono mai a mettersi d’accordo. Il giudizio di Raffaele Cantone (ex PM anticamorra, e oggi presidente dell’Autorità anticorruzione) è tranchant: “Quello che accade in parlamento è una cosa gravissima, si prova a legiferare sull’onda dell’emergenza su una materia sulla quale invece bisognerebbe riuscire a trovare il giusto equilibrio. Avremo l’ennesima legge spot, che però non avrà nessuna efficacia sul piano concreto”. Continua Cantone: “La corruzione cambia profilo, ci sono vere e proprie lobby nelle quali la politica svolge un ruolo di aiuto per avere vantaggi diretti o indiretti” (La Stampa.it 16/05/2014).

L’ultima legge anticorruzione è stata approvata il 31 ottobre 2012 dopo oltre tre anni di dibattito, ma i benefici stentano a vedersi. E la gente è sempre più disillusa, se chiedessimo in un sondaggio agli italiani se pensano che l’ultima legge anticorruzione abbia cambiato qualcosa nel nostro paese il risultato sarebbe disarmante. D’altronde lo dicono i numeri: l’Italia, a pari merito con Bulgaria e Grecia, è il paese più corrotto d’Europa (Il Fatto Quotidiano.it 3/12/2014). Il poco ambito riconoscimento arriva da Trasparency International che pubblica l’annuale Corruption Index con le valutazioni degli osservatori internazionali.

Proprio per non rassegnarsi e non spegnere i riflettori su corruzione e criminalità organizzata si è tenuto nel centro di Roma il grande gioco “Mammamafia” dell’associazione daSud, (daSud, è un associazione non a scopo di lucro, nata in Calabria nel 2005 che si prefigge di tenere aperto un laboratorio permanente su diritti e la giustizia sociale, e che dal 2009 ha sede a Roma nello storico quartiere del Pigneto). Nei pressi del Colosseo è stato montato un vero e proprio gioco da tavolo simile a un Monopoli, con tanto di dadi giganti. Il gioco è una trasposizione della realtà corruttiva del nostro paese, i giocatori rappresentano 5 personaggi, il colletto bianco, il palazzinaro, il trafficante, il signore delle slot e l’imprenditore sociale. Naturalmente vince chi conquista il controllo mafioso del territorio, tessendo trame, conquistando imprese, welfare e servizi, trafficando droga e accumulando appalti, capitali, e relazioni importanti. Chi vince diventa Mammamafia.

Quello che viene promosso sotto forma di gioco è il tentativo di sensibilizzare i cittadini sui meccanismi ormai non più occulti con cui le mafie divorano il territorio, e sempre a discapito dei più deboli. Attraverso consapevolezza e coraggio civile il compito di ogni cittadino deve essere l’attuazione del principio di legalità. Anche la politica però deve riuscire a fare la sua parte. A disposizione di tutte le forze politiche c’è l’esigenza della gente di uscire da questo stato di cose, basta volerlo realmente e tradurlo in fatti, perché le parole non bastano più.

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Ho 23 anni e sono uno studente al secondo anno di "Master of science in Business Administration" all'Università di Roma "Tor Vergata". Laureato nel 2014 in "Economia e Management" sempre a Tor Vergata. Diplomato al Liceo Scientifico Statale "Vito Volterra" di Ciampino nel 2011. La mia mail è: daniele.favero2@virgilio.it

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