L’arma dell’informazione

Nella categoria Analisi e Ricerche da su 10 febbraio 2015 0 Commenti

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La trasparenza e il libero accesso all’informazione sono considerati un prerequisito essenziale per contrastare la corruzione, e anche in Italia negli ultimi anni sono state intraprese varie iniziative per stimolare la pratica della trasparenza. Per esempio, l’Operazione trasparenza e La bussola della trasparenza, realizzate dal governo italiano, per permettere ai cittadini un miglior controllo dell’operato dell’amministrazione pubblica.

Ma in Italia manca, ed è richiesto a gran voce da più organizzazioni (tra le principali: FOIA4Italy), un vero Freedom of Information Act, vale a dire un atto legislativo che renda la libertà di informazione un diritto universale, garantendo il libero accesso ai documenti relativi all’azione della pubblica amministrazione. Già più di 90 paesi hanno approvato leggi di questo tipo, che prevedono precisi obblighi di trasparenza.

Perché tanto interesse nel ruolo dell’informazione nella lotta contro la corruzione?

In parte, perché numerose ricerche dimostrano che è importante. Per esempio, Cassandra DiRienzo, Jayoti Das, Kathryn Cort e John Burbridge, in un loro studio del 2007 dal titolo “Corruption and the role of information.” (Journal of International Business Studies 38, no. 2, 320-332) mostrano che un maggiore accesso all’informazione comporta un minore livello di corruzione. Questo perché se i cittadini possono acquisire liberamente informazioni, conoscono e controllano meglio le attività che si svolgono nei settori pubblico e privato; in questo modo vengono scoraggiate le pratiche corruttive, perché aumenta il rischio per i corrotti.

Gli autori dello studio citato utilizzano opportune tecniche statistiche per raggiungere le loro conclusioni. Misurano la corruzione attraverso il “Corruption Perception Index” di Transparency International (si veda http://www.transparency.org/research/cpi/overview), e l’accesso all’informazione per mezzo del “Digital Access Index” (si veda http://www.itu.int/ITU-D/ict/dai/). Beninteso, si tratta solo di un esempio rappresentativo di una letteratura scientifica ormai ampia che è sostanzialmente d’accordo nell’affermare che un migliore accesso all’informazione conduce a minori livelli di corruzione.

E quale conclusione possiamo trarre noi, pensando all’Italia? Forse ha ragione chi insiste che anche da noi si approvi una legge simile al “Freedom of Information Act” statunitense.

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Ho 23 anni, studio Scienze Economiche e il mio sogno sarebbe lavorare in un’organizzazione internazionale nell’ambito della cooperazione e dello sviluppo. Credo molto nell’importanza della cultura, come fonte di ricchezza individuale e principale strumento di contrasto al fenomeno della corruzione.

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