In India vince il Partito Anticorruzione
Il 10 Febbraio scorso, il “Partito dell’Uomo Comune” (Aam Aadmin Party Aap), altrimenti noto come il partito anticorruzione, ha vinto – in maniera schiacciante nonché sorprendente – le elezioni amministrative di New Delhi, in India.
I dati – L’Aap ha ottenuto il 54% dei voti, contro il 32% del Bharatiya Janata Party (Bjp) e il 9% del Congresso Nazionale Indiano, che aveva guidato la città per 15 anni. A sostenere Aap ed il suo leader Arvind Kejriwal sono stati soprattutto i voti dei giovani e della classe media, che rappresenta il 60% dei 13,3 milioni di elettori chiamati alle urne.
La sensazione che si riceve, guardando ai risultati di queste elezioni, è quella di un sentimento di frustrazione e di insoddisfazione delle persone che si riversa, in campo politico, nell’elezione di personalità forti e di rottura, simbolo di una sorta di “rivoluzione” rispetto al passato. Questo è ciò che è successo per esempio in Grecia con la vittoria di Syriza e del suo leader Alexis Tsipras e che sembra possa ripetersi ora in India con Arvind Kejriwal, fondatore e leader del movimento politico che, alle votazioni di Delhi, ha conquistato 67 seggi su 70.
Quest’uomo, Arvind Kejriwal, è un ex funzionario del fisco che nel tempo si è avvicinato al movimento anticorruzione di Anna Hazare, attivista e sociologo fondatore del Movimento anticorruzione indiano nel 2011, diventandone un impegnato attivista e fondando, infine, nel 2012 il proprio partito.
New Dehli vota Aap per la seconda volta: già nel 2013 infatti Kejriwal si insediò come Chief Minister (governatore), ma si dimise solo 49 giorni dopo, affermando che i grandi partiti avevano bloccato la sua legge anticorruzione impedendogli di vararla. Il fallimento è forse stato dovuto all’eccessiva onestà intellettuale di Kejrival che non gli ha permesso di trattare con i politici.
La speranza è che, questa volta, il neo governatore riesca a portare avanti la sua lotta, realizzando gli obiettivi annunciati in campagna elettorale e riassunti in 70 punti. I principali sono, oltre alla riduzione della corruzione, acqua pulita e per tutti, bollette abbordabili, sanità più diffusa, istruzione migliore, riduzione delle violenze sulle donne, riduzione dell’inquinamento e wi-fi gratis nelle zone pubbliche.
Sarà questa una bella sfida per il partito, nato nel 2011 con il principale scopo di contrastare il fenomeno dilagante e opprimente della corruzione. Notiamo infatti che nel 2014 l’India si è collocata all’85° posto nella classifica di Trasparency International relativa al Corruption Perception Index, indice che specifica il livello secondo il quale l’esistenza della corruzione è percepita tra pubblici uffici e politici, e il punteggio ammontava a 38. Ciò vuol dire che in questo paese la corruzione rappresenta un problema enorme e fa sì che la classe dirigente si allontani sempre di più dai bisogni, appunto, dell’uomo comune. È proprio questa la tesi dell’Aap il quale intento è abolire la “Vip Culture” ormai radicata e riportare il potere politico in mano alle persone.
Carlotta Moiso
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