Un nuovo strumento contro la corruzione
Lunedì 19 gennaio il comune di Milano ha attivato la piattaforma informatica dedicata al “whistleblowing”, termine che letteralmente significa “soffiatore di fischietto”, ovvero la denuncia di una condotta disonesta all’interno di un’organizzazione.
Questa piattaforma informatica offre la possibilità ai dipendenti comunali di segnalare on-line e con garanzia di anonimato, illeciti e irregolarità lesivi di interessi pubblici.
Sebbene questa pratica sia molto diffusa nei paesi scandinavi e anglosassoni e nonostante ONU, Consiglio d’Europa e Ocse ne abbiano suggerito da tempo l’adozione, il comune di Milano è uno dei primi in Italia a metterla in pratica.
L’attivazione della piattaforma “wistleblowing” è un ulteriore strumento previsto dal Piano triennale di prevenzione della corruzione del Comune di Milano , approvato dalla Giunta Comunale con deliberazione n.137 del 31 gennaio 2014.
Lo scopo è quello di dotarsi di un ulteriore mezzo per prevenire reati come corruzione, concussione, peculato, turbative d’asta, irregolarità nei procedimenti e negligenze.
I dipendenti potranno accedere alla piattaforma attraverso la rete interna a Palazzo Marino.
All’autore della “denuncia” verranno garantite riservatezza e protezione in base alla normativa nazionale, la quale prevede che “non possa essere sanzionato o licenziato il dipendente pubblico che denuncia condotte illecite, purché non sia responsabile di calunnia o diffamazione”.
“La segnalazione, effettuata in buona fede, deve essere circostanziata, pena la decadenza della segnalazione stessa – spiega il comune in una nota – e deve riguardare comportamenti che possano arrecare un pregiudizio patrimoniale e un danno di immagine all’ente che eroga servizi alla città e ai cittadini”.
Come funzionano le denunce
La segnalazione viene indirizzata all’Organismo di Garanzia, il quale dopo una verifica, dà avvio alle attività istruttorie.
L’Organismo è stato nominato dal sindaco Pisapia il 24 settembre dello scorso anno, ed è composto da figure autorevoli ed importanti nel campo della corruzione, come ad esempio Virginio Carnevali (Transparency International Italia), Roberto Montà (Avviso Pubblico) e il vice Segretario generale vicario del Comune di Milano Mariangela Zaccaria.
Grande attenzione è stata posta al mantenimento dell’anonimato del “whistleblower”. Infatti l’accesso alla piattaforma cripta tutti i dati inseriti e il traffico determinato dalla navigazione non viene tracciato.
Viene quindi offerto un servizio di cui tutti si possono fidare, senza paura di ripercussioni dovute alla denuncia di condotte illecite.
Ci auguriamo quindi che questo strumento possa essere utile, non solo per scoprire fatti illeciti in corso, ma soprattutto che possa essere un deterrente per chiunque voglia intraprendere un’iniziativa fraudolenta, così da limitare i comportamenti sleali.
Speriamo inoltre che l’iniziativa del comune di Milano si estenda a macchia d’olio anche in altri comuni italiani.
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