Sochi 2014: quando il gioco si fa caro

Nella categoria Sport da su 29 dicembre 2014 0 Commenti

#sochi-2014_2744072bL’inverno è tornato.  E stavolta porta con sé il ricordo non lontano di quei cari giochi olimpici. Tante emozioni e tanti ricordi da tenere stretti e conservare fino al prossimo appuntamento olimpico.

Ma di caro questi Giochi non ci hanno lasciato solo la memoria, perché i XXII Giochi Olimpici invernali svolti a Sochi dal 7 al 23 febbraio 2014 sono stati i più cari della storia. Il primato detenuto dall’ Olimpiade estiva di Pechino del 2008 di 40 miliardi di dollari si era già dimostrato di gran lunga superiore ai budget delle Olimpiadi passate, ma la Russia ha saputo fare di meglio, portando il costo totale delle infrastrutture e degli impianti a oltre 51 miliardi di dollari (circa 38 miliardi di euro).

Una spesa che ha quadruplicato la previsione di Vladimir Putin del 2007, quando Sochi venne ufficialmente scelta e il leader russo affermò serenamente che la spesa complessiva per il Paese non avrebbe superato i 12 miliardi di dollari.

Lasciando da parte i soldi investiti per migliorare l’area di Sochi, occorre piuttosto approfondire il tema della corruzione per comprendere come, in effetti, dietro ai costi “ufficiali” dei Giochi ci siano poi tutti quelli legati a questo fenomeno. Innanzitutto va sottolineato che la regione caucasica è caratterizzata da uno dei più alti indici di corruzione al mondo. All’interno delle classifiche di Transparency International (dove al vertice si pongono gli Stati virtuosi) la Russia si colloca 136esimo posto tra i 175 Stati analizzati, un dato ben poco rassicurante.

«Secondo le mie stime risulta che tra imprenditori e politici siano stati rubati in tutto circa 22 miliardi di euro», ha detto l’ex vice-premier Boris Nemtsov, uno dei rivali politici più accaniti di Vladimir Putin. Sarebbero dunque miliardi i soldi buttati, o meglio, buttati nelle tasche sbagliate, a causa di una corruzione dilagante che avrebbe gonfiato a dismisura le spese di costruzione.

Secondo Gian Franco Kasper, dirigente svizzero del Comitato olimpico internazionale, un terzo della spesa “è scomparso” nel nome della corruzione che ha coinvolto «businessmen strettamente legati al Cremlino e al presidente Vladimir Putin». I contratti, sostiene Kasper, «sono stati dati a gente che aveva già un piede dentro». Da Mosca, il blogger anti-corruzione Aleksej Navalnyj ha compilato una mappa di Sochi che illustra ogni dettaglio di questo immenso giro d’affari: gli amici, le cifre, gli scandali, gli sprechi. «L’intero progetto Sochi – ha detto Navalnyj all’agenzia Reuters – è stato concepito non solo per produrre i Giochi Olimpici, ma anche per arricchire un numero ristretto di amici di Putin».

La corruzione nella politica e nell’economia è diventata la spina dorsale del governo di Putin», dice Vladimir Ashrkov, direttore dell’Anti-corruption Foundation. E ha aggiunto che «le Olimpiadi si sono dimostrate l’occasione perfetta per gli stretti collaboratori di Putin di appropriarsi illecitamente di grandi somme di denaro pubblico».
«Qui a Sochi gli atleti non sono stati i soli a competere alle olimpiadi – ha scritto sul suo sito web Alexei Navalny. Vi hanno preso parte anche funzionari statali e imprenditori che hanno trasformato i Giochi in una personale fonte di profitto».

Speriamo che i XXIII Giochi olimpici invernali, che si svolgeranno a Pyeongchang (Corea del Sud) dal 9 febbraio al 25 febbraio 2018, vedranno partecipare più sportivi e atleti che corrotti e corruttori.

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Studio Economia dei mercati e degli intermediari finanziari all’Università di Tor Vergata. Mi piace leggere e viaggiare, ma la mia vera passione è la scoperta del “diverso”. Nonostante 2 lavori part-time e un’avviata carriera agonistica nelle danze latino-americane riempiano le mie giornate, sono sempre alla ricerca di nuove avventure. E chi cerca, trova.

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