Oggi, presso la sede di A.N.AC. Presentazione dell’Indice di Percezione della Corruzione 2018: Italia al 53° posto nel mondo, con il Presidente Virginio Carnevali, il Presidente di A.N.AC., Raffaele Cantone e il Presidente della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, Giulia Sarti.

Nella categoria Eventi da su 29 gennaio 2019 0 Commenti

Quest’anno, l’Indice di Percezione della Corruzione vede l’Italia al 53° posto nel mondo su 180  Paesi, con un punteggio di 52 su 100. Conferma quindi il trend in lenta crescita del nostro Paese nella classifica globale e lo stesso vale per la classifica europea, dove ci allontaniamo dagli ultimi posti.

I risultati del CPI 2018

L’Indice si basa su 13 sondaggi e valutazioni di esperti sulla corruzione nel settore pubblico, ognuno dei quali assegna un punteggio da 0 (altamente corrotto) a 100 (per niente corrotto). Oltre due terzi dei Paesi analizzati ha un punteggio inferiore a 50. Dal 2012 solo 20 Paesi hanno visto migliorare in maniera significativa il loro punteggio e tra questi vi è l’Italia con uno degli incrementi maggiori (+10 punti).  Sono invece 16 i Paesi che hanno subito un forte peggioramento, tra cui l’Australia, l’Ungheria e la Turchia.

Danimarca e Nuova Zelanda sono anche quest’anno in cima alla classifica ma a posizioni invertite, con rispettivamente 88 e 87 punti. Nessuna sorpresa anche nelle parti basse del ranking: Somalia, Sud Sudan e Siria si posizionano agli ultimi posti con rispettivamente 10, 13 e 13 punti.

Com’è cambiata la situazione dell’Italia negli ultimi anni?

Dal 2012 l’Italia ha guadagnato ben 10 punti e scalato 19 posizioni. Il 2012 ha segnato una svolta importante con l’introduzione della Legge Severino e a rafforzare questo importante traguardo è arrivata due anni dopo anche l’istituzione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.

Quali problemi deve ancora affrontare l’Italia?

Nel settore pubblico permangono alti livelli di corruzione, scarsa trasparenza e conflitti d’interesse. Le istituzioni devono prima di tutto riacquistare la fiducia dei cittadini e lo possono fare proprio attraverso la trasparenza e l’integrità.

Le nuove norme sul finanziamento alla politica vanno in questa direzione ma, senza regole sulla trasparenza di chi cerca di influenzare la decisioni pubbliche e quindi delle attività di lobbying, non potranno mai essere pienamente efficaci.

 

tI

avatar

sull'autore ()

Lascia un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *