BUROCRAZIA. GRANDI OPERE FERME. PERCHE? I COSTRUTTORI, DA TEMPO, PUNTANO IL DITO CONTRO IL NUOVO CODICE DEGLI APPALTI.
La benzina, i soldi – come evidenzia Lorenzo Salvia, su L’Economia-Corriere della Sera, del 25 settembre 2017, alle pagine 1 e 4 – non mancano, ma la macchina non è ancora capace di scaricare a terra tutta la sua potenza. Lo dimostra il numero delle ore lavorate nel settore delle costruzioni. L’anno scorso sono state poco meno di 272 milioni. Nel 2013, non un secolo fa, superavamo ancora quota 300 milioni. E rispetto al 2008, quando la Grande Crisi già c’era ma non avevamo ancora capito quanto grande fosse, il crollo è addirittura del 49%.
Ma se la benzina c’è perché il motore non gira ancora come dovrebbe?
I costruttori, da tempo, puntano il dito contro il nuovo codice degli appalti. La riforma è entrata in vigore ormai da un anno e mezzo. Ha eliminato, come criterio per l’assegnazione delle gare, la regola del massimo ribasso che spesso apriva la strada a costose varianti in corso d’opera che facevano schizzare i prezzi reali in un secondo momento. E l’ha sostituito con un altro criterio, quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa, dove vengono valutati sia i costi sia gli aspetti tecnici. Per questo gli appalti non possono più essere affidati sulla base dei cosiddetti progetti definitivi, quelli che servono per ottenere i permessi a costruire. Ma solo sulla base dei cosiddetti progetti esecutivi, molto più avanzati, perché entrano nei dettagli.
Qual è stato l’impatto?
All’inizio un certo «choc da innovazione» c’è stato. Nel primo mese di applicazione delle nuove regole, il maggio del 2016, l’Ance (l’Associazione nazionale dei costruttori) lamentava un crollo del valore dei bandi di gara pubblicati del 75% rispetto a un anno prima. È vero che l’attuazione del codice, come accade sempre per le riforme in Italia, è stata particolarmente tormentata. Le correzioni sono state diverse, l’ultimo aggiustamento è di quattro mesi fa. Mentre sulle 60 linee guida affidate all’Autorità anticorruzione solo 15 sono state pubblicate. Ma lo choc da innovazione sembra ormai superato. Nel primo semestre 2017 il valore dei bandi è salito del 15% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Ma una cosa è pubblicare i bandi, un’altra aprire i cantieri.