I nuovi scenari della geografia della corruzione
Articolo dell’ Avv. Daniela Condò , Tutor Master Anticorruzione, Università di Roma “Tor Vergata”
La corruzione si evolve, sposta il “core business” e trasferisce i propri interessi, come tutte le attività economiche, adotta un approccio diverso in base ai luoghi in cui si annida, diventa più sofisticata, e occorre, dunque, comprenderne i meccanismi per trovare gli antidoti. Sul processo di evoluzione geografica e di cambiamento della corruzione è intervenuto al Festival dell’Economia a Trento, lo scorso 3 giugno, il Presidente dell’ANAC, Raffaele Cantone, presso il Teatro Sociale, con grande partecipazione di pubblico.
Per molto tempo e per ragioni culturali, ha sottolineato Cantone, la mafia è stata sottovalutata al Nord, non essendosi manifestata con eventi eclatanti come nel Sud Italia, strutturando rapporti con la Pubblica Amministrazione e colloquiando con le Istituzioni. In passato la corruzione legata ai grandi appalti era tipica al Nord. “La vicenda del Mose non poteva verificarsi al Sud” perché un grande appalto non vi sarebbe mai arrivato. Ora, invece, “la linea della palma si è ampliata molto e la mafia è arrivata al Nord”. Anche in Mafia Capitale si dimostra come il sistema sia cambiato, nell’ambito di scenari completamente nuovi in cui l’organizzazione mafiosa mette in primo piano l’attività corruttiva, in cui l’oggetto è lo sfruttamento interno di una serie di appalti. Nella corruzione c’è sempre un coinvolgimento di entrambi i soggetti che vi partecipano. Nessuno dei due ha interesse che questo rapporto emerga, come invece c’è per il furto, l’estorsione o la rapina. Pertanto quasi mai le indagini per corruzione conseguono a notizie di reato per corruzione, ma originano da indagini che sono partite da altre ipotesi di reato.
Altro passaggio è il rapporto tra queste organizzazioni e il mondo della politica. “Il rapporto che si crea tra organizzazione e politica”, spiega Cantone, “rende quest’ultima non più il fine ma il mezzo”. I politici vengono comprati per corrompere dirigenti e funzionari. La “mazzetta” è l’ultimo anello di una catena in cui i politici vengono pagati a prescindere “allevati come polli di batteria” per essere utilizzati in caso di necessità, non direttamente, ma per arrivare ai tecnici “ormai il vero motore degli enti locali”.
Bisogna “tracciare” gli imprenditori , come ha detto il Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda? Sicuramente, evidenzia Cantone, occorre un dialogo nel rapporto tra imprenditori e burocrazia: se il conflitto di interesse diventa pubblico, il rischio si riduce.
Nella PA ci si protegge? Il Presidente Cantone pone in luce il problema per cui se una persona è onesta preferisce tenere sotto traccia certi fenomeni corruttivi piuttosto che farli emergere, avendo paura di pagarne lo scotto. E’ significativo che in Italia l’istituto del “Whistleblowing” non riesca a trovare una traduzione appropriata, perchè si poggia su comportamenti e strumenti che nel nostro Paese vengono considerati negativi.
Importante, in tale contesto, la rotazione dei dirigenti, la circolarità dei saperi. Con l’eccessiva permanenza in settori delicati è inevitabile che si perda l’imparzialità. “Si perde in esperienza, si guadagna in entusiasmo”, sottolinea Cantone, che poi spiega quanto sia importante e fondamentale, come sostenevano Falcone e Borsellino, la divulgazione e la formazione sul fenomeno della corruzione per capire quello che si fa e per rendere trasparente il rapporto tra pubblici poteri e cittadini.
“Il male italiano” (titolo di un libro di Raffaele Cantone e di Gianluca Di Feo) ha superato altri mali, come la delinquenza, la droga? Nei Paesi con alta permeabilità criminale, come il nostro, il collegamento tra la corruzione e gli altri fenomeni criminali è molto stretto. In Europa l’Italia – secondo le classifiche sul livello di corruzione – è molto più vicina ai Paesi del Mediterraneo che a quelli del Nord Europa, a causa del sottosviluppo italiano che si lega alla corruzione. Sulle cifre, peraltro, bisogna essere molto cauti, evidenzia Cantone: i dati che vengono pubblicati in merito al fenomeno non hanno grande attendibilità, perché è difficile identificare i proventi delle attività di corruzione. Ma la consapevolezza del costo economico e sociale particolarmente rilevante della corruzione è fondamentale, dal punto di vista educativo, perché fa capire a tutti i cittadini quanto sia dannosa la corruzione e l’importanza del contrasto.
In occasione della recente partecipazione a tavoli internazionali, come l’Anti-corruption Summit a Londra dello scorso mese di maggio, che ha visto la presenza di rappresentanti di oltre 40 Paesi ed Organizzazioni internazionali, è stata riconosciuta al nostro Paese una grande reattività nella lotta alla corruzione. L’Italia vi ha partecipato sulla base di un rafforzato impegno, sia sul versante della prevenzione che su quello degli strumenti di contrasto, messi a punto negli ultimi anni, che hanno raccolto apprezzamento nell’ambito della valutazione periodica condotta dalle Nazioni Unite sul nostro Paese.
Fra i punti di forza italiani illustrati dal Ministro Orlando e dal Presidente dell’ANAC Cantone, sono stati i programmi nazionali di prevenzione della corruzione e il lancio della nuova Autorità, lo sviluppo di una cultura “diffusa” della legalità, la promozione di rinnovati codici di trasparenza per Amministrazioni e imprese e le nuove norme penali che sanzionano i fenomeni corruttivi.
Alcuni strumenti sono stati considerati all’avanguardia: il primo ministro britannico, David Cameron ha indicato l’Italia come modello per la sua legislazione in materia di anticorruzione, soprattutto per quanto riguarda la disciplina della confisca, del sequestro e della gestione dei beni coinvolti in pratiche corruttive. A margine del vertice Raffaele Cantone ha inoltre firmato con il segretario generale dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, Angel Gurria, l’accordo collaborativo fra ANAC e OCSE.
Per il futuro, occorre tenere alta la guardia, non ci sono realtà che possono mantenere l’impermeabilità al 100%. Occorre non sottovalutare culturalmente il fenomeno nella logica del “così fan tutti”. Il dato che preoccupa e’ la sfiducia nella classe dirigente, della burocrazia, dei sistemi messi in campo.
Sul concetto di «impresentabili» Cantone sottolinea che il dato che deriva da valutazioni dei precedenti penali è l’unico sicuro, ma rischia di lasciare fuori una fascia rilevantissima di persone, perché ci sono soggetti che pur essendo incensurati, sono impresentabili per il loro comportamento, perché frequentano pregiudicati o sono stati messi lì da consorterie criminali: questi dati sfuggono ma sono i più preoccupanti. Per quanto riguarda gli aspetti dei finanziamenti ai partiti, Cantone invoca leggi che rendano trasparenti i finanziamenti, indispensabili per fare politica. La trasparenza è strumento fondamentale di democrazia.
E’ necessario lavorare sulle norme, trovare meccanismi per far emergere la corruzione. Nel solco dell’impegno portato avanti costantemente dallo stesso Papa Francesco, occorre una vera svolta culturale.
4 giugno 2016
Tags: ANAC, Anti Corruption summit, Anticorruzione, Appalti, costo economico e sociale, featured, festival dell'economia, Mafia, Pubblica amministrazione, Raffaele Cantone, trento, whistleblowing
l’aumento degli episodi di cattiva gestione e mala amministrazione nelle P.A. fra altre cause e’ da ricondurre alla inosservanza delle fonti costituzionali che regolano l’azione amministrativa degli enti pubblici e il rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici : l’art. 97 della Costituzione e gli art. 54 e 98 della Costituzione.
assicurare L’imparzialita’ e il buon andamento della azione amministrativa dell’ente pubblico, una organizzazione gestionale semplice e chiara, l’espletamento dei concorsi pubblici che selezionano persone preparate e’ a mio avviso e’ una misura che concorre in maniera significativa ad elevare la qualita’ delle P.A. e a renderle meno permeabili ai fenomeni corruttivi.
esaltare il ruolo di servizio alla Nazione del lavoro pubblico, e’ conferire ad esso l’esatta connotazione del lavoro svolto nella P.A. : servizio alla collettivita’ con denaro di TUTTI.
Denunciare le condotte illecite nella P.A. e’ esercizio concreto del servizio alla collettivita’ a tutela dell’interesse pubblico che deve essere tutelato per legge.
La Corte dei conti della Campania, con la sentenza sulla ordinanza n. 154/2016, ha a mio avviso introdotto una modalita’ procedimentale di intervento del magistrato della Corte dei conti, che rafforza il contrasto alla corruzione e il malaffare con misure immediate ed efficaci di cessazione della condotta illecita!
E’ un passaggio importante e storico che introduce in Italia per la prima volta un Magistrato unico e speciale : il Giudice-Custode dell’art. 97 della Costituzione