Misurare l’economia sommersa con l’approccio della domanda di moneta: una reinterpretazione della metodologia

Nella categoria Analisi e Ricerche da su 23 marzo 2016 0 Commenti

photo_verybig_163113La misurazione dell’economia sommersa è sempre stato un argomento di grande interesse fin dagli anni 70 e lo è ovviamente tutt’oggi. Il metodo maggiormente accreditato per la stima di tale fenomeno è il Currency Demand Approach (CDA), introdotta da Cagan (1958) ed affinato in seguito da Vito Tanzi (1980, 1983). Tale approccio si basa sull’evidente esistenza di una relazione tra l’utilizzo del contante come strumento di pagamento e l’elevata diffusione di scambi non registrati tra le transazioni regolari. Il metodo consiste dunque in una stima econometrica della domanda di contanti – in eccesso rispetto alla domanda di liquidità standard – riconducibile alla decisione di effettuare transazioni irregolari.

Nel modello proposto da Tanzi ed applicato all’economia statunitense, la variabile dipendente nell’equazione della domanda di moneta è il rapporto tra contante e offerta di moneta. Le variabili dipendenti della regressione sono invece tre variabili che identificano le determinanti della domanda di moneta per transazioni regolari (la parte del reddito nazionale consistente nei salari pagati in contanti, il tasso di interesse sui depositi, e il reddito pro capite), più l’aliquota fiscale media sul reddito personale, posta come unica determinante per le transazioni sommerse. Il rapporto stimato dell’economia sommersa sul PIL è infine ottenuto sfruttando l’equazione di Fisher. In particolare, Tanzi definisce un anno base nel quale il contributo dell’economia sommersa sul PIL è assunto pari a zero e la dimensione del fenomeno viene poi stimata applicando la velocità di circolazione della moneta registrata nell’economia ufficiale alla domanda di contanti per transazioni irregolari così ottenuta.

Schneider ed Enste (2000, 2002) pubblicarono due importanti papers i quali contengono alcune critiche al metodo sviluppato da Tanzi. Le tre critiche più importanti sono le seguenti:

  1. L’assunzione di assenza di economia sommersa nell’anno base;
  2. Uguale velocità di circolazione di moneta nell’economia regolare e in quella irregolare;
  3. Nessun’altra determinante dell’economia sommersa oltre la pressione fiscale.

Ardizzi et al. (2014) hanno proposto una revisione del CDA che supera i tre punti deboli del metodo e hanno poi applicato questa nuova versione della CDA all’Italia. Le tre innovazioni principali sono:

  1. La variabile dipendente nell’equazione della domanda di moneta è una misura diretta delle transazioni in contanti;
  2. Piuttosto che il livello di pressione fiscale, il modello include tra le variabil
    i due misure dirette dell’evasione fiscale rilevata;
  3. Il modello controlla anche per l’influenza dell’attività economica illegale (droga e prostituzione), che, insieme all’economia sommersa, contribuiscono al più grande e generale aggregato della Unobserved Economy.

La regressione usata da Ardizzi e colleghi è stata dunque la seguente:

regressioneIn cui:

YPC: misura lo sviluppo economico in termini di PIL pro capite;

BANK: è una proxy per la diffusione territoriale dell’offerta bancaria;

ELECTRO: misura il valore in rapporto al PIL delle transazioni regolate con pagamenti elettronici;

INT: è il tasso di interesse passive sui depositi bancari;

EVAS1: numero di verifiche fiscali specifiche standardizzato per il suo valore medio e pesato per un indice di concentrazione del PIL;

EVAS2: rapporto tra il numero dei controlli con rilievi effettuati su registratori di cassa e ricevute fiscali e il numero di POS esistenti nella provincia, pesato per l’indice di concentrazione provinciale del PIL;

CRIME: è la quota dei delitti connessi alla violazione della normativa sugli stupefacenti e della normativa sullo sfruttamento e sul favoreggiamento della prostituzione, rapportata di nuovo alla concentrazione provinciale del PIL.

Infine, la dimensione totale (sommersa più illegale) delle transazioni non osservate è data dall’eccesso di domanda di pagamenti in contanti. Tale eccesso di domanda è ottenuto come la differenza tra il valore predetto di CASH del modello completo, e il valore predetto di CASH utilizzando una versione ristretta del modello la quale pone EVAS1 = EVAS2 = CRIME = 0, considerando quindi solo le determinanti legali per la domanda di moneta.

Fonti e bibliografia:

  • Tanzi, V. (1980), “The Underground Economy in the United States: Estimates and Implications”, Banca Nazionale del Lavoro Quarterly Review, 135(4), 427-453.
  • Tanzi, V. (1983), “The Underground Economy in the United States: Annual Estimates 1930-1980”, IMF Staff Papers, 30(2), 283-305.
  • Schneider, F. and Enste D.H. (2000), “Shadow Economies: Size, Causes and Consequences”, Journal of Economic Literature, 38(1), 77-114.
  • Schneider, F. and Enste, D.H. (2002), The Shadow Economy: Theoretical Approaches, Empirical Studies, and Political Implications, Cambridge University Press, UK.
  • Ardizzi, G., Petraglia, C., Piacenza, M. and Turati, G. (2014), Measuring the Underground Economy with the Currency Demand Approach: A Reinterpretation of the Methodology, With an Application to Italy. Review of Income and Wealth, 60: 747–772. doi: 10.1111/roiw.12019

Tags: , , , , ,

avatar

sull'autore ()

Ho 22 anni e sono una studentessa di Scienze Economiche con il sogno e l’obiettivo di realizzare qualcosa di socialmente utile nella mia vita. Ho scelto questo ambito di studi perché sono certa che sia un campo molto importante, che influenza la vita delle persone in modi più profondi di quanto possa apparire, e che questo settore mi potrà dare la possibilità di aiutare gli altri.

Lascia un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *