QUANDO LA MAFIA SCEGLIE LA CORRUZIONE
Crimini ambientali, finanziamenti pubblici ed europei, contratti d’appalto per la costruzione di infrastrutture pubbliche, riciclaggio di denaro sporco: sono questi gli ambiti particolarmente sensibili ad infiltrazioni mafiose e pratiche corruttive. È quanto si legge nella relazione della Commissione Europea An examination of the link between organized crime and corruption (Bruxelles 2008), che ha tentato di individuare i settori a maggior rischio di corruzione mafiosa. Infatti la Commissione, dopo aver riconosciuto il profondo legame esistente tra i due fenomeni, è passata ad interrogarsi sui casi in cui il crimine organizzato, di fronte ad una varietà di strumenti a sua disposizione – minacce, violenze, intimidazioni –, sceglie di ricorrere proprio alla corruzione per raggiungere i suoi obiettivi.
Nell’ambito dei crimini ambientali, si legge nella relazione, lo smaltimento dei rifiuti in impianti appropriati, rappresenta certamente un settore molto sensibile alle infiltrazioni mafiose. Uno studio dell’Europol[1] ha evidenziato la crescente tendenza tra i gruppi mafiosi a considerare le amministrazioni locali come gli obiettivi più deboli e maggiormente predisposti alla corruzione; la retribuzione relativamente bassa di alcuni funzionari pubblici, congiuntamente ad una inadeguata formazione, si rivelano infatti fattori contribuenti alla loro vulnerabilità.
L’Europol ha inoltre posto l’attenzione sui dipendenti di più alto livello del settore pubblico, considerati dal crimine organizzato obiettivi utili soprattutto per l’ottenimento di importanti appalti pubblici; anche in questo caso, la corruzione si rivela il mezzo più adatto per “comprare” funzionari pubblici e per eleggere politici.
La corruzione può rivelarsi uno strumento utile anche nell’ambito del traffico di stupefacenti, un commercio che, dall’iniziale processo di produzione fino al singolo consumo personale, si dimostra davvero complesso e articolato. Certamente, la principale problematica logistica consiste nell’assicurarsi delle consegne fidate, necessità quest’ultima che comporta la cooperazione – in cambio di denaro o altri vantaggi – di un considerevole numero di funzionari pubblici, durante tutte le tappe del percorso della droga.
Tuttavia, il margine di profitto in questo business è talmente ampio che costi simili possono essere facilmente affrontati dai gruppi mafiosi, i quali assicurano mazzette in cambio di informazioni confidenziali, insabbiamento di prove, aiuto nel carico e scarico della merce, protezione verso i maggiori produttori di droga.
La minimizzazione dei rischi rappresenta una priorità per le figure più rilevanti del crimine organizzato, un obiettivo raggiungibile solo attraverso la costruzione di una protezione politica. La Commissione, analizzando gli effetti negativi delle infiltrazioni mafiose sugli alti funzionari pubblici, ha rilevato una diffusione dilagante del fenomeno corruttivo attraverso pratiche quali finanziamenti di campagne elettorali, mazzette e tangenti, estorsioni, costruzioni di legami sociali e famigliari.
In particolare, riuscire ad evitare processi, investigazioni, persecuzioni e persino condanne rappresenta una delle manifestazioni di potere più forti del crimine organizzato; sebbene in queste situazioni l’uso di violenza e intimidazioni sia sempre potenzialmente presente, è tuttavia attraverso la corruzione di politici, alti funzionari pubblici e magistrati, che importanti esponenti di cosche mafiose, spesso indagati o sotto processo, riescono a cavarsela.
Di fronte ad una situazione già di per sé molto complessa, si legge nel rapporto, è necessario attuare misure di prevenzione e di contrasto, e attivare forme di cooperazione tra i vari paesi dell’UE. Tuttavia, l’alto tasso di corruzione e criminalità, presente in alcuni Stati confinanti, comporta serie implicazioni per l’Europa: l’uso di corruzione prevalente in Albania e Kosovo, consente un aumento delle infiltrazioni mafiose in Europa; la criminalità organizzata cinese, sebbene di norma si interfacci solo con le sue comunità presenti in Europa, spesso ricorre alla corruzione per ottenere documenti chiave, come visti e permessi di soggiorno; in alcuni paesi del Terzo Mondo, il crimine organizzato utilizza la corruzione come strumento diretto, per organizzare scarichi di droga, e indiretto, per indebolire la pubblica amministrazione.
Considerata dunque la tendenza del crimine organizzato a travalicare i confini nazionali, ha concluso la Commissione, la sicurezza interna dell’Ue non potrà essere garantita finché mafia e corruzione non troveranno efficaci misure di contrasto anche negli altri paesi esteri.
[1] Europol OCTA Report 2006