Tanim Bala
Il compito della sicurezza aeroportuale è quello di perquisire i viaggiatori e di confiscare eventuali articoli pericolosi dai bagagli dei passeggeri, al fine di proteggere l’incolumità delle persone e l’integrità dell’infrastruttura pubblica.
Molti passeggeri, però, hanno recentemente scoperto che nell’aeroporto di Manila (Filippine) accade il contrario. Il Ninoy Aquino International Airport (NAIA) , infatti, si è rivelato essere un vero e proprio centro d’affari “mafioso”.
Nel settembre 2015, i rapporti dei passeggeri che sono stati accusati e trattenuti per detenzione illecita di proiettili hanno cominciato a ricevere l’attenzione del pubblico e dei media locali e internazionali. Si ritiene infatti che questi “incidenti” siano parte di un sistema estorsivo ben studiato, conosciuto localmente con il termine “tanim bala”.
Il meccanismo è semplice, e il giro d’affari davvero redditizio. Gli addetti ai bagagli e i membri della sicurezza nascondevano proiettili nelle valigie degli ignari passeggeri ai quali, poi, veniva chiesto di pagare una somma di denaro per evitare la detenzione e una denuncia penale.
Lo scandalo ha suscitato molto scalpore e la reazione della classe politica è stata immediata.
Il 31 ottobre, la senatrice Miriam Defensor Santiago ha sollecitato al Senato la creazione di una task force per risolvere la questione. Lo stesso giorno, il senatore Alan Peter Cayetano ha chiesto le dimissioni dei funzionari aeroportuali che non riuscissero, entro 48 ore, a individuare e catturare i responsabili di tali episodi.
Il 4 novembre, nel corso di una conferenza stampa presso il NAIA, i funzionari del trasporto hanno affermato che il fenomeno va avanti da molto tempo, e che dal 2012 si sono registrati circa 6000 casi di estorsione.
Le indagini proseguono e si spera di far luce e di debellare il prima possibile questo fenomeno, in quanto l’immagine e la reputazione dell’aeroporto della capitale filippina sono di fondamentale importanza per un paese che punta fortemente sul turismo.
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