Let’s blow our whistles
Lo scorso 6 Maggio è stata definitivamente approvata la delibera n. 6 del 2015 dall’Autorità Nazionale Anticorruzione, discussa in consultazione pubblica dal 24 Febbraio. Per i meno informati questo è, se non un grande, almeno un importante passo in avanti che l’Italia ha mosso verso la protezione dei c.d. “Whistleblower”, uno dei principali strumenti e soluzioni alla corruzione.
La delibera infatti tratta delle “Linee guida”, rivolte a tutte le amministrazioni pubbliche italiane, che hanno lo scopo di poter applicare la disciplina dettata dalla c.d. “Legge Severino” nella quale si incoraggiano i dipendenti pubblici (“che coraggiosamente e con senso civico si espongono in prima persona”, come vengono definiti nel comunicato) a denunciare gli illeciti a cui assistono nell’adempimento della loro funzione pubblica. In altre parole la ricezione di queste Linee Guida permetterà da una parte alle Amministrazioni Pubbliche di trattare con procedure (delineate dall’ANAC sulla base di norme di legge appunto) eventuali segnalazioni con discrezione e nel rispetto del whistleblower, dall’altra al “coraggioso” dipendente permetterà di sentirsi tutelato. Il fine di tutto ciò è ovviamente la pulizia dei nostri palazzi dal lerciume della corruzione.
Ma in che cosa consistono nello specifico queste disposizioni? Ecco alcuni punti principali:
• La pubblica amministrazione dovrà dotarsi di un sistema atto a gestire queste segnalazioni composto da una parte organizzativa e tecnologica. Mentre quella organizzativa si riferisce alle politiche messe in atto per la tutela del whistleblower (che devono essere presenti nel codice etico dell’amministrazione), quella tecnologica si riferisce alla necessità di avere un sistema informatico che garantisca la trasparenza, la sicurezza, la riservatezza delle informazioni che provengono dai whistleblowers.
• Le procedure di comunicazione quindi dovranno rispettare e garantire riservatezza e anonimato. Per quanto detto verranno prese in considerazione e quindi tutelate solo le segnalazioni “firmate”, ovvero quelle nelle quali il dipendente specificherà il suo nome. Non sono oggetto di questa delibera tutte quelle segnalazioni anonime dunque.
• Le segnalazioni potranno essere inviate a più soggetti (qualora l’amministrazione sia eccessivamente grande). Ma il principale ruolo individuato dall’ANAC è quello del Responsabile della prevenzione della corruzione. A quest’ultimo dovranno essere inviate le segnalazioni (qualora l’accusato sia lo stesso Responsabile le segnalazioni possono essere inviate direttamente all’ANAC) ed avrà fra i suoi compiti e dovrei quindi quello di tutale la riservatezza dei segnalatori, accertare i fatti e irrogare sanzioni minori. Le sue responsabilità oltre alla gestione dell’iter della segnalazione, si trovano anche in compiti come quelli di pianificare e attuare in nome del miglioramento le attività, procedure e sistemi di prevenzione. Ad egli il ruolo quindi di favorire la legalità, la trasparenza e integrità nella propria amministrazione sia eliminando o impedendo comportamenti illeciti, sia favorendo i comportamenti virtuosi.
• Il Whistleblower quindi vedrà garantirsi la riservatezza dell’anonimato (esso potrà venir meno solo con il suo consenso), la sicurezza di non subire alcun tipo di danno, sanzione, ritorsione diretta o indiretta che sia sulla propria persona e/o sulle mansioni e ruoli del proprio lavoro.
Un piccolo passo per i dipendenti, un grande passo per la Società?
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