Roma: è di nuovo scandalo

Nella categoria Maladministration e sprechi da su 7 febbraio 2015 0 Commenti

comune_roma1Proprio nel giorno in cui in Senato viene bocciata la proposta del Movimento 5 Stelle il M5S di riesamine del Pacchetto Anticorruzione, fermo al Senato da 9 mesi, arriva la notizia di nuovi arresti nella capitale. La Guardia di finanza ha, infatti, eseguito le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Roma, Anna Maria Gavoni, che hanno riguardato questa volta tecnici in servizio al IX dipartimento di Roma Capitale (programmazione e attuazione urbanistica), preposti a rilascio delle concessioni edilizie.
L’accusa riguarda la richiesta di tangenti per l’autorizzazione di lavori edilizi e per evitare la denuncia degli illeciti commessi nei cantieri.

In particolare si tratta di cinque funzionari pubblici, tre tecnici del Comune (un tecnico del XIV municipio e due funzionari del IX dipartimento) che, insieme a due ispettori della Spresal (servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro), sono finiti in carcere, mentre a sei imprenditori è stato imposto l’obbligo di presentazione davanti all’autorità giudiziaria.
L’operazione di oggi si ricollega a quella dello scorso 8 Gennaio, soprannominata ‘Vitruvio’, quando furono compiute 28 misure cautelari (di cui 22 arresti) per funzionari pubblici, imprenditori e professionisti che chiedevano tangenti da 1.000-1.500 euro per non rilevare abusi edilizi.

L’inchiesta è nata dalla denuncia di due costruttori romani, impegnati nelle realizzazioni di unità abitative nella zona Casalotti-Boccea, “esasperati dalle continue richieste di denaro”.
Dalle indagini è risultato che alcuni costruttori, per velocizzare l’approvazione dei progetti edilizi, si vedevano obbligati a soddisfare le richieste illecite dei responsabili dell’iter burocratico.
È venuta a galla, inoltre, l’esistenza un vero e proprio tariffario per le tangenti: 6mila euro per la dichiarazione di inizio dei lavori, 3mila per le pratiche di sanatoria, 8mila per le varianti e 10 mila per la dichiarazione di fine lavori, 100 euro per evadere i controlli sulle misure di sicurezza. Tramite le intercettazioni è emersa la pratica dell’utilizzo di una valuta fittizia, la ‘latta’, corrispondente a 100 euro. “In alcuni casi – ha affermato il generale Gennaro Vecchione, comandante delle Unità speciali della Finanza – abbiamo scoperto una sorta di corruzione preventiva con tangenti pagate addirittura prima che partissero i controlli”. La cosiddetta corruzione “preventiva”, ossia pagamento di tangenti per aggirare i controlli ancora prima che venissero pianificati, aveva assunto forme notevoli anche tra gli ispettori della Spresal, portando all’arresto di altri funzionari.

Si apre così uno squarcio preoccupante sul sistema di malaffare e corruzione adottato dai pubblici ufficiali indagati. Gli episodi di corruzione, infatti, interessano sia la fase preliminare, il momento in cui venivano presentati i progetti a chi era incaricato del rilascio del titolo autorizzativo, sia la fase operativa, quando venivano effettuati i controlli nei cantieri dai tecnici dell’ispettorato edilizio che non denunciavano gli abusi.

A pochi giorni dal discorso del neo-eletto Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, le sue parole di insediamento risuonano ancora più forte come monito per le istituzioni: “la corruzione ha raggiunto un livello inaccettabile […] divora risorse che potrebbero essere destinate ai cittadini, impedisce la corretta esplicazione delle regole del mercato, favorisce le consorterie e penalizza gli onesti e i capaci». Occorre, ora più che mai, “una dirigenza politica e amministrativa capace di compiere il proprio dovere”.

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Ho 22 anni e studio Economics perché mi ha sempre affascinato lavorare in ambito accademico o nella ricerca. Ammetto anche di possedere una certa “sana” ambizione, che spero mi porterà davvero lontano. Scout da una vita, corro sempre qua e là tra i vari impegni. Sono appassionata di viaggi, musica, libri e soprattutto cibo. “A che serve avere le mani pulite, se poi le teniamo in tasca?”

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