Covid e criminalità: “Non abbassare la guardia” 5 Aprile 2021. A cura di Filippo Cucuccio
In un dibattito a più voci nel 5° Master Anticorruzione dell’Università Tor Vergata di Roma, il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, ha ancora una volta denunciato i pericoli di infiltrazione mafiosa nelle attività economiche e nella Pa indebolite dalla pandemia e fatto appello alla necessità di tenere alta la guardia – Gli interventi di Perrazzelli, Nava, Barbagallo. Angelosanto, Burelli, Allocca e Di Carlo
E’, probabilmente, questo il principale messaggio emerso da un confronto a più voci, svoltosi a conclusione della V° edizione del Master Anticorruzione di secondo livello dell’Università Tor Vergata di Roma.
Le riflessioni del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, ci hanno consegnato l’immagine di “organizzazioni mafiose tanto abili a cogliere i segnali di cedimento economico nei diversi settori produttivi e di servizi per inserirvisi prontamente; quanto esperte nell’utilizzare lo strumento della corruzione nel settore della Pubblica Amministrazione, avvantaggiandosi degli aspetti di opacità procedimentale e di farraginosità organizzativa che non infrequentemente la caratterizzano”.
Lo sviluppo e l’affinamento degli strumenti di analisi dei flussi finanziari, in particolare le SOS – Segnalazioni di Operazioni sospette, costituiscono l’antidoto per fronteggiare e contrastare adeguatamente gli attacchi della criminalità ai circuiti economici. In questo ambito, lungo il più ampio percorso del sostegno all’economia, per il Procuratore Nazionale una specifica attenzione va dedicata dai presidi di legalità ai frutti applicativi dell’innovazione tecnologica applicata al settore finanziario, sempre nell’ottica di “impedire l’infiltrazione delle mafie nell’economia legale, l’acquisizione delle attività economiche in crisi, il consenso e il reclutamento sociale”.
Dalla voce della magistratura ordinaria a quella, per così dire di natura economica, rappresentata dalla Vice Direttrice della Banca d’Italia Alessandra Perrazzelli, che, nel delineare i nuovi scenari della finanza prossima futura e i relativi rischi, ha richiamato con fermezza l’attenzione “sull’importanza del valore espresso dalle informazioni” e sulla necessità di una maggiore conoscenza e consapevolezza dei rischi insiti nel nostro operare digitale. In questa prospettiva, secondo una linea di pensiero di cui la stessa Banca d’Italia si è fatta da tempo promotrice in Italia, “l’educazione finanziaria risponde al bisogno specifico di educazione digitale, per rendere le persone consapevoli che la facilità di un tapsu uno smartphone ha un costo in termini di una minore privacy e che i dati personali sono beni meritevoli di tutela.”
L’aspetto della qualità dell’azione economica ha trovato nelle parole di Mario Nava, Direttore Generale della Direzione “Sostegno alle Riforme Strutturali” della Commissione Europea, un’adeguata sottolineatura. Infatti, “la capacità di ripresa dell’Europa e dei singoli Stati dipende da come i fondi messi a disposizione verranno spesi a livello nazionale, spettando in questo un ruolo fondamentale alle amministrazioni pubbliche”. Ecco, perché è importante il ruolo della Commissione nell’affiancamento agli Stati Membri e, in particolare, il supporto tecnico alle riforme che può rivelarsi “uno strumento potente per fornire l’expertise necessaria ad accrescere la capacità amministrativa e a riformare la pubblica amministrazione”
A completare lo schieramento delle voci istituzionali intervenute in questo dibattito sullo scenario di una nuova normalità, in cui si intrecciano gli aspetti etici con quelli tecnico – economici, vi sono stati i contributi forniti da Carmelo Barbagallo, Presidente dell’Autorità di Supervisione e Informazione Finanziaria dello Stato del Vaticano (ASIF) e da Pasquale Angelosanto, Comandante dei Raggruppamento Operativo Speciale dell’Arma dei Carabinieri.
Per Barbagallo, detto che già da tempo il Vaticano ha deciso di dotarsi di strutture e regole di controllo all’altezza delle migliori pratiche internazionali, “la costituzione dell’Autorità di Controllo e la decisione di partecipare ai due circuiti internazionali Moneyval e Egmont rappresentano due tappe significative di questo importante percorso” . Un orientamento, che scaturisce dal convincimento che “conformarsi a principi etici aiuta gli ordinamenti nazionali ad affrontare i rischi della cosiddetta nuova normalità e, prima ancora, quelli della transizione verso di essa. In un periodo nel quale, al fine di contrastare l’aumento della povertà e di riavviare il motore della ripresa economica, il sostegno finanziario degli Stati aumenta fortemente la liquidità circolante e, al contempo, potrebbero abbassarsi le difese a fronte dei potenziali rischi di corruzione e di riciclaggio del denaro, la tensione etica deve rimanere massima”.
Dal canto suo Angelosanto, forte della propria esperienza di contrasto alla criminalità nelle sue diverse articolazioni, maturata sul campo, ha affermato che “è necessario agire sul piano della governance, intervenire nel campo delle regole di buon funzionamento su coloro che gestiscono la cosa pubblica per ottenere un’adesione reale indispensabile al funzionamento della macchina amministrativa dello Stato”. Infatti, “l’etica non si può ridurre a un insieme di precetti normativi; è qualcosa che va oltre, assommando in sé il senso del servizio per la comunità e dell’interesse altrui”.
Quanto alla voce delle imprese Massimiliano Burelli, Amministrarore Delegato di Acciai Speciali di Terni, partendo dalla considerazione che “nella nuova normalità più dematerializzata la governance ricopre un ruolo sempre più importante e dovrà tener conto di scenari amplificati di frodi informatiche e di sempre più facili furti di identità “, ha tracciato direzioni per i presidi di mitigazione dei rischi: “ maggiori investimenti sul fronte della sicurezza tecnologica e rafforzamento dei processi interni nell’incrocio di dati e di informazioni preventive delle controparti di business, allargando, anche attraverso la formazione, la sensibilità delle organizzazioni su questi temi”.
Gli ha fatto eco Nicola Allocca, Risk Compliance and Business Continuity Director di Autostrade per l’Italia, che perentoriamente ha affermato: “è necessario avviare una rivoluzione della governance che determini un’evoluzione culturale, nuove funzioni e ruoli aziendali, diversi equilibri gestionali ed ulteriori target di risultato”. In questa prospettiva, occorre “abbandonare le logiche di massimizzazione e rifondare la filosofia d’impresa sull’ottimizzazione dei profitti … il profitto deve essere garantito da un sistema di controllo interno adeguato, operativo, efficace e circoscritto entro i principi etici e di sostenibilità”. Ne consegue che trascurare il sistema di controllo interno costituisce un’autentica assurdità:“non investire sul sistema di controllo interno è come fermare l’orologio per risparmiare il tempo!”.
Ed, infine, una luce di speranza è stata accesa nelle sue conclusioni dal Direttore delMaster Emiliano di Carlo, per il quale va perseguita una lettura alternativa in positivo della crisi pandemica. “Infatti, Il Covid può ispirare un’economia più virtuosa. A tal fine è necessario che la governance aziendale sia orientata a favorire il bene comune degli stakeholders e della più ampia collettività … Il Covid ha fatto capire quanto il bene del singolo dipenda dall’interesse della comunità e viceversa“.
Ancora una volta, pertanto, il binomio etica ed economia appare, anche nelle nuove articolazioni e nella prospettiva post pandemica, realmente indissolubile!