Minima Politica. Sei lezioni di democrazia di Filippo Cucuccio
La recensione al libro di Gianfranco Pasquino
Con questo libro, dal titolo chiaramente evocativo dei Minima Moralia del filosofo Theodor Adorno della Scuola di Francoforte, Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza Politica all’Università di Bologna e Accademico dei Lincei, rivolge al lettore un invito a compiere un altro passo sul percorso, non sempre semplice, delle conoscenze indispensabili che ogni cittadino dovrebbe avere per vivere consapevolmente il suo tempo nella nostra società civile in una prospettiva, sia nazionale, sia di più ampio respiro europeo. Infatti, dopo la Costituzione in trenta lezionie L’Europa in trenta lezioni degli ultimi anni, l’intento, dichiarato esplicitamente dall’A. nelle pagine introduttive di questa novità editoriale, è quello di sviluppare e rafforzare le conoscenze politiche minime; una sorta di bagaglio, della cui utilità/necessità ci si rende meglio conto, man mano che si procede nella lettura.
Il percorso intellettuale offerto al lettore si articola in sei capitoli, dedicati ad altrettanti argomenti fondamentali della scienza politica: dalle leggi elettorali alla rappresentanza politica; dai Presidenti della Repubblica al deficit democratico; dalla governabilità al tema “non liberali, non democrazie”.
La loro trattazione, non solo si avvale di un robusto repertorio bibliografico, ma risulta anche arricchita da significativi ed esemplificativi riferimenti storici. Dal punto iniziale, focalizzato sull’analisi della scelta dei sistemi elettorali, una scelta di cui si rivendica la natura sempre politica, si giunge, toccando le altre tappe appena ricordate, alla stazione finale. Ove il lettore potrà comprendere, attraverso le considerazioni di Pasquino, di come non possano esistere reali democrazie senza la contestuale presenza dei principi base del liberalismo.
Il percorso intellettuale, così delineato, segue una traiettoria logica che permette di affrontare gradualmente, via via, la complessità della rappresentanza politica, la suggestione della valutazione dei poteri del Presidente della Repubblica in Italia, il reale significato dell’espressione “deficitdemocratico” e, infine, il tema della governabilità, analizzata attraverso la lente della stabilità, considerata precondizione ineludibile dell’efficacia decisionale.
Un viaggio in sei tappe, si diceva, condotto da Pasquino con notevole lucidità, all’insegna dei precetti democratici appresi dai suoi maestri Bobbio e Sartori, esaminando temi che, nonostante la loro presunta basicità, in realtà si rivelerebbero di ostica comprensibilità senza la paziente “guida assistita” dell’A.
Scorrono, così, pagine, in cui si percepisce in modo evidente la passione vibrante di chi ha vissuto in campo accademico, e non solo, i diversi aspetti della scienza politica, senza, peraltro, pagare dazio a una precisione chirurgicamente scientifica con cui sono analizzati e scomposti nelle loro diverse componenti.
Alla fine della lettura di questo libro ci si ritrova, pertanto, con una solida piattaforma concettuale da cui ripartire, avendo l’opportunità non banale di confrontarsi con accresciuta consapevolezza con le applicazioni (più o meno ben riuscite) della democrazia nella vita quotidiana.
Da sottolineare , poi, un altro pregio di questo libro: il linguaggio utilizzato, agevole e condito con un sottile filo di intelligente e affilata ironia, che svolge un ruolo non secondario nello stimolare il lettore ad accogliere i dubbi sollevati nel testo come propellente per ulteriori approfondimenti.
Minima Politica presenta, in definitiva, una sua utilità molteplice, rivelandosi valido strumento di approccio per chi è digiuno di alcune delle nozioni base della scienza politica e della vita democratica. E’, inoltre, pungolo, per chi si è già inoltrato sulla strada della loro conoscenza, ad approfondire in chiave di sistematicità (un tasto su cui l’A. batte insistentemente) i diversi aspetti del complesso mondo della scienza politica; con l’ulteriore beneficio di accrescere in chi lo legge la convinzione che non si tratta di temi distaccati dalla nostra realtà quotidiana, bensì legati agli snodi cruciali dei diritti e dei doveri dei singoli cittadini, dell’homo politicus e delle istituzioni.
Quest’ultimo aspetto costituisce, poi, la chiave d’accesso per individuare e respingere in modo efficace i possibili pericoli che minacciano la democrazia. E qui l’A. regala al lettore una ricetta fondamentale per tutelare la vera democrazia, articolata in tre punti critici da valutare costantemente con particolare attenzione: il monitoraggio delle procedure elettorali e di eventuali pratiche scorrette ad esse riferibili; la libertà di espressione del pensiero e della sua espressione attraverso i mass media; l’integrale e totale indipendenza della magistratura dal potere politico ed economico.
Una ricetta, che, non è difficile prevederlo, susciterà nel prossimo futuro ulteriori contributi di riflessione e sistematizzazione di quanti vorranno continuare a confrontarsi con una realtà in continuo movimento, utilizzando la lente d’osservazione della scienza politica.