BUROCRAZIA E RITARDI. ANAC: L`«ALBO» ELETTRONICO SUGLI APPALTI RESTA ANCORA SULLA CARTA.
Proroghe e rinvii non sono una prerogativa solo del Fisco. Anche in altri campi lo slittamento può diventare una spirale dalla quale è difficile uscire. E’ il caso – come si legge su Il Sole 24 Ore del 1 dicembre 2017 alla pagina 32 – del nuovo Albo delle società in-house al quale dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) iscriversi sia le amministrazioni pubbliche che gli enti a loro collegati per procedere ad affidamenti senza gara in deroga alla procedura ordinaria, una misura che l’Autorità anticorruzione di Raffaele Cantone con la sua linea guida attuativa del Codice appalti ha immaginato per accendere un riflettore ed evitare opacità (e abusi) sugli affidamenti diretti alle società in house. Riflettore, però, destinato a restare spento ancora per qualche settimana, almeno stando al comunicato di ieri: l’Anac, a poche ore dal debutto, si è vista costretta a stabilire un rinvio al gennaio 2018 «per motivi tecnici» legati all’applicativo informatico in grado di garantire l’accesso all’elenco.
È la quarta proroga in pochi mesi, con un progressivo slittamento rispetto all’entrata in vigore originaria fissata al 27 giugno 2017, pur considerando il pesante restyling del correttivo appalti che ha cambiato il quadro normativo.
Ci sarà ancora da aspettare, dunque, per garantire quella maggiore trasparenza per un settore molto vasto che va dalla gestione dei rifiuti a quella dei servizi informatici. Con un impatto che, a cascata, riguarda amministrazioni pubbliche, imprese e professionisti. Questo perché l’Albo aumenterà i filtri sugli affidamenti diretti contribuendo a ridurre la discrezionalità per le stazioni appaltanti. A tutto vantaggio delle gare e della concorrenza.
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