CODICE ANTIMAFIA, RESTA LA DISTANZA

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Il palco della Sala Bianchi di via Monte Rosa, dove si svolge il convegno «II racconto della giustizia che cambia», organizzato dal Sole 24 Ore e Radio 24 – moderato da Guido Gentili, direttore del Sole 24 Ore e di Radio 24, e da Raffaella Calandra – diventa la tribuna dove il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, si toglie qualche sassolino e lancia misurate ma profonde punzecchiature. Il confronto – racconta Alessandro Galimberti, su IlSole24Ore del 6 ottobre 2017, alla pagina 4 – è ancora sul nuovo Codice antimafia, approvato con una coda di polemiche sull’opportunità di usare per corrotti e corruttori gli stessi strumenti di confisca in campo contro la mafia.

Il Ministro Orlando, dopo aver incassato per un’ora («Se tutto è mafia allora nulla è più mafia», Boccassini; «La mafia è una cosa, la corruzione un’altra», Pignatone) ha ribadito che «…. Quando ci sono cose che pungono direttamente i giudici ce le fate tempestivamente notare, se le perplessità sul Codice fossero emerse prima di finire in questo cul de sac sarebbe stato meglio, ma la Procura nazionale e Anm, audite nell’iter, non ci avevano fatto rilievi su questi punti».

Fermezza, spiega, perché «la corruzione rischia di diventare il pretesto per interventi autoritari, combatterla significa difendere lo stato di diritto e le istituzioni da un’aggressione».

Ai lettori del Sito, come nel precedente articolo, lasciamo, come sempre, o, almeno, tentiamo di farlo, una fotografia completa, con i soli virgolettati.

Su argomenti come questo, di estrema delicatezza, è normale vi siano posizioni differenziate, a volte anche in modo significativo.

Come sempre, sarà l’applicazione pratica delle scelte e delle decisioni, soprattutto di quelle controverse, a dire chi aveva ragione.

Ci auguriamo di essere stati utili.

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Commenti (3)

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  1. avatar Giovanni scrive:

    non solo autoritari ma anche riparatori! con il nuovo codice anti-mafia si puo’ a mio avviso innescare un percorso virtuoso per la qualita’ della vita civile e democratica del Paese, volto ad intimare condotte riparatorie per i reati che rientrano nell’ambito dall’art. 162-ter del codice penale e ricondurre la P.A. entro l’alveo della Costituzione e della legge.
    La corruzione deve essere combattuta con la cessazione degli effetti distorsivi che devono essere eliminati con la stessa efficacia del perseguimento del reato!

    i reati si perseguono ma gli effetti delle condotte corruttive rimangono e’ questa e’ gravissimo!

  2. avatar Giovanni scrive:

    la corruzione nella P.A. ha effetti sulla vita civile e democratica del Paese equiparabili a quella delle mafie, perche’ distorce ed altera l’essenza di istituzione della Repubblica, al servizio esclusivo della Nazione, alla luce della Costituzione, della Pubblica Amministrazione, asservendola ad interessi privati e all’ esercizio di poteri alternativi ai poteri statali e contrari all’interesse pubblico.

  3. avatar Giovanni scrive:

    truccare un concorso pubblico, e’ esercizio di poteri alternativi ai poteri statali esercitati nella P.A. alla luce della Costituzione e della legge!

    e’ diversamente-mafioso ma altrettanto schifoso!

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