CODICE ANTIMAFIA. CANTONE: MISURE DI PREVENZIONE INUTILI. BINDI: NORME ORA PIÙ GARANTISTE. BOCCIA: EVITARE DOGMI E VALUTARE I PROFILI DI INCOSTITUZIONALITA’.
L’approvazione del Codice Antimafia continua ad essere al centro di un vivace scambio di opinioni, con il confronto proseguito alla festa di MDP a Napoli.
- Rosy Bindi, Presidente della Commissione antimafia, ha risposto – come riporta IlSole24Ore del 1 ottobre 2017, alla pagina 5 – alle critiche delle imprese: «Prima di giudicare una riforma va letta bene. Lo dico a Confindustria, che ha un fior fiore di ufficio legislativo. La riforma è più garantista nei confronti di chi subisce il sequestro dei beni». Ulteriori dichiarazioni della Presidente Bindi le riporta Il Fatto Quotidiano, del 1 ottobre 2017, alle pagine 8 e 9: “Mi indigno perché vedo che ci sono alcuni direttori di giornale che fanno gli interessi dei loro editori non in quanto editori, ma in quanto costruttori, e attaccano questa legge in qualche modo per minare tutto il sistema delle misure di prevenzione. Non si deve mettere a rischio tutta la riforma perché qualcuno ha paura: questa legge, se ci si comporta bene, non toglie nulla. Quindi diamoci una calmata.”
- «Il codice – ha replicato, come riportano i due quotidiani e Il Mattino, del 1 ottobre 2017 alla pagina 8, il presidente degli industriali Vincenzo Boccia- lo abbiamo letto molto bene e sembra che i profili di incostituzionalità non sono solo la nostra riflessione, ma anche quelli di altri. Vale la pena evitare dogmi che in questo Paese fanno solo danni: l’ipotesi di presunzione di colpevolezza e di sequestro di imprese è un danno grave, perché gli imprenditori vivono di reputazione e una volta che si fa un errore quando restituiamo l’impresa, l’impresa è fallita“.
- Rimane critico Raffaele Cantone. Pur premettendo che il Codice antimafia «è una delle migliori leggi approvate da questo Parlamento: in quel testo – ha rilevato il presidente dell’Autorità anticorruzione – sono confluite anche nostre proposte. Ma ritengo inutile inserire la norma sulle misure di prevenzione» estese agli indiziati di mazzette e tangenti. «Mi chiedo se sia opportuno ampliare un sistema eccezionale di prevenzione con reati che hanno poco a che vedere con la mafia».
- Critico Valerio Onida, presidente emerito della Corte costituzionale, come riporta Renato Farina, su Libero del 1 ottobre 2017, alla pagina 2: «Di sequestro e addirittura una confisca di beni che si collochino al di fuori dell’indagine e del processo diretti ad accertare e punire un reato (si collocano) al di fuori del principio di legalità e delle regole del processo. Prevenire la corruzione è necessario, oltre che reprimerla. Ma non può voler dire lasciare campo libero alla cultura del sospetto e allentare le garanzie essenziali della persona».
- Contesta la norma e la posizione della Bindi – come riporta Il Mattino nell’articolo prima indicato – anche l’ex ministro degli Affari regionali Enrico Costa. «Sostenere che la riforma del codice antimafia sia garantista è fuori dalla realtà – sostiene – Si applicherà agli “indiziati” per reati contro la pubblica amministrazione una scorciatoia per evitare le strettoie del processo, attraverso un procedimento in cui non esistono termini di prescrizione, dove le indagini possono protrarsi senza limiti temporali al di fuori di qualunque controllo da parte di un giudice terzo ed in totale assenza di garanzie individuali». Posizione simile a Forza Italia che chiede l’intervento della Consulta e dell’Unione europea: «Non possiamo tacere di fronte a tanta aberrazione giuridica – dice Nunzia De Girolamo – Basta con l’ipocrisia ed il giustizialismo a senso unico di molti esponenti del Pd o di altri partiti come i cinque stelle».
Ai lettori del Sito, come nel precedente articolo, lasciamo, come sempre, o, almeno, tentiamo di farlo, una fotografia completa, con i soli virgolettati.
Su argomenti come questo, di estrema delicatezza, è normale vi siano posizioni differenziate, a volte anche in modo significativo.
Come sempre, sarà l’applicazione pratica delle scelte e delle decisioni, soprattutto di quelle controverse, a dire chi aveva ragione.
Ci auguriamo di essere stati utili.
Tags: ANAC, Anticorruzione, appalti pubblici, Cantone, corruption, corruzione, featured, Integrità, Italia, lobbying, prevenzione, Pubblica amministrazione
una legge e’ discussa e approvata dal Parlamento, promulgata dal Presidente della Repubblica, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale con la data di intrata in vigore.
Ma e’ normale che venga criticata cosi’ aspramente come se fosse frutto di un lavoro approssimativo e senza pregio, riempiendo pagine di giornali?
Non e’ piu’ rispettoso nei confronti delle Istituzioni e dei cittadini, monitorizzare l’attuazione pratica della norma, e qualora dovessero emergere imperfezioni, proporre le opportune correzioni nelle sedi competenti?
Una legge cosi’ delicata, che affronta tematiche pericolose per la vita democratica del Paese, suscita speranza e aspettativa nelle persone oneste che amano questa Italia e la desiderano pulita, libera ,bella!
Questa legge e’ l’ennesima occasione di scontro fra esperti che disorienta il cittadino, lo intimorisce,
lo rende insicuro ed incerto, che lo allontana dalle Istituzioni della Repubblica che adottano norme che sono messe subito in discussione e duramente criticate.
Ma il sentimento popolare, la dignita’ , i sentimenti di noi cittadini chi la tutela?