LA APPROVAZIONE DEL CODICE ANTIMAFIA. L’ANALISI DEL PROF. GIOVANNI MARIA FLICK: LEGGE INUTILE E DANNOSA SERVE SOLO PER TACITARE LA PIAZZA
Insomma una legge che cede al clima giustizialista, figlio dei tempi?
«È la perplessità – evidenzia il prof. Flick in una intervista a Francesco Lo Dico, su Il Mattino del 28 settembre 2017 a pagina 3 – diffusa tra molti, per non dire tra tutti. Si va avanti così perché si ritiene che il forte allarme sociale richieda uno strumento per tranquillizzare l’opinione pubblica».
Le misure di prevenzione rappresentano di fatto un unicum in Europa. Sono figlie di un diritto cosiddetto del doppio binario, un diritto autoritario adottato dopo l’Unità d’Italia dalla destra storica per debellare i briganti, usato dai governi di fine Ottocento contro i primi sindacalisti e i movimenti operai, fatto proprio dal Fascismo contro i dissidenti, e sopravvissuto fino ai giorni nostri, nonostante la Carta costituzionale non ne facesse menzione, con l’intento, chiaro nei lavori preparatori, di abrogarlo per sempre. Condivide questa lettura?
«La Carta è sul tema molto cauta, e ribadisce il principio di presunzione di innocenza e quindi la necessità di una condanna definitiva a cui segue la pena. Non dice nulla a proposito della prevenzione, ma evidentemente essa va calata in un clima in cui ci deve essere rispetto per la posizione dell’indagato e per il diritto di proprietà, ribadito anche dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo».
Il nostro Paese ha infatti ignorato la censura della Corte di giustizia europea, che pochi mesi fa ha esortato l’Italia a ridurre il perimetro delle fattispecie di reato per le quali possano scattare le misure di prevenzione in ragione della pericolosità sodale, un principio ritenuto dai magistrati europei sin troppo generico. «Temo difatti che continuare a perpetuare l’equivoco che porta all’assimilazione tra criminalità organizzata e corruzione finisca per mandare in corto circuito i rapporti con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Ma oltre ad aver invitato l’Italia a circoscrivere la genericità del principio di pericolosità sociale, la Cedu ha limitato l’impiego di confisca e sequestro soltanto a fattispecie di reati della criminalità organizzata. Far passare il principio che la corruzione è l’altra faccia della mafia contribuisce largamente ad accrescere la confusione che caratterizza le misure di prevenzione e la loro applicazione».
Ha destato molto stupore, in questo senso, anche l’estensione delle misure di prevenzione allo stalking. Si tratta di un crimine odioso da condannare con forza, ma che cosa c’entra con l’illecito arricchimento e il sequestro dei beni? «Non posso che ribadirlo: si tenta di rispondere alla domanda di tranquillità sociale con rimedi che all’apparenza soddisfano l’opinione pubblica, ma che in realtà sono assolutamente risibili. Si usano le leggi come messaggi sociali da lanciare ai cittadini, a prescindere dalla loro efficacia e dai loro aspetti più problematici».
io penso che una legge con un dispositivo “hard” nei confronti del fenomeno corruttivo e’ assolutamente necessaria perche ‘ la corruzione ammorba la vita civile e democratica della Nazione con gli stessi effetti devastanti delle mafie.
Molte eminenti personalita’ affermano che mafia e corruzione sono due facce della stessa medaglia.
E’ una legge importante che puo’ essere, se necessario, migliorata.
le mafie e la corruzione sono condotte degenerative che ammorbano la vita civile e democratica della Nazione e bruciano la speranza delle generazioni future.
Una legge che interviene drasticamente e’ a mio avviso necessaria.
Se nella fase attuativa dovessero emergere problemi, e’ sempre possibile la adozione di idonee correzioni.