“IL MONDO DI MEZZO ESISTE, MAFIA CAPITALE NO”. ORGANIZZAZIONE DIVERSA DALLE ASSOCIAZIONI MAFIOSE TRADIZIONALI. NO ALLA GERARCHIA E ALLA SUBORDINAZIONE.
Il modello organizzativo delle mafie tradizionali è incompatibile con quello della criminalità organizzata romana. Roberto Galullo su Il Sole 24 Ore commenta la vicenda, spiegando come sia ormai chiaro che “mafia capitale” fosse un’organizzazione criminale con logiche organizzative completamente diverse da quelle tradizionali. A tal proposito, la realtà romana è sempre stata caratterizzata dall’assenza di gerarchia ma contraddistinta da figure di spicco come Ernesto Diotallevi, Michele Senese e Massimo Carminati. Lo scopo finale di “mafia capitale” erano quelli descritti dall’articolo 416 bis ma anche l’infiltrazione nel tessuto sociale e istituzionale capitolino. “Mafia capitale” si contraddistingueva per la struttura reticolare e capillare che la faceva percepire nelle aree soggiogate alla sua azione, preservando il potere intimidatorio delle tradizionali organizzazioni criminali.
Fonte: Roberto Galullo, LA «CIFRA ROMANA» DELLA CRIMINALITÀ. RAPPORTI FLUIDI E STRUTTURA RETICOLARE, su “Il Sole 24Ore”, 21 luglio 2017, pagine 1 e 8.
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