Protezione dei Whistleblowersn: i principi di Transparency International
Riconosciuto il ruolo dei Whistleblowers nella lotta contro la corruzione, molti paesi hanno iniziato ad introdurre leggi per la loro protezione tramite convenzioni internazionali ed un numero sempre maggiore tra governi, aziende e organizzazioni no-profit, in giro per il mondo, stanno mettendo in atto procedure effettive per rendere effettiva e sicura la pratica del whistleblowing. È essenziale che le suddette procedure prevedano quindi canali effettivamente accessibili per i whistleblowers, in modo che si sentano sicuri di poter rivelare informazioni utili, poi, all’introduzione di necessarie ed eventuali riforme. Nell’aiutare questi sforzi, Transparency International ha presentato i Prinicipi Internazionali per la legislazione dei Whistleblowers. Questi principi sono una guida nella formulazione di nuove, e nel rafforzamento delle esistenti, legislazioni in materia di whistleblowing. Gli stessi dovrebbero ovviamente essere adattati alle singole politiche dei paesi, ai contesti sociali e culturali, ai quadri legali esistenti. Prendendo in considerazione le lezioni apprese tramite le leggi esistenti e la loro pratica implementazione, questi principi sono stati elaborati grazie all’aiuto congiunto di esperti di whistleblowing, ufficiali di governo, professori accademici, istituti di ricerca e organizzazioni non governative di tutto il mondo. “I whisleblower svolgono un ruolo essenziale nel rivelare corruzione, frode, cattiva gestione e altri illeciti che minacciano la salute e la sicurezza pubblica, l’integrità finanziaria, i diritti umani, l’ambiente e lo stato di diritto” si legge nel Report di TI.
Per maggiori informazioni e per consultare i Principi Internazionali per la Legislazione dei Whistleblowers di Transparency International (November 2013), il Report è disponibile al link.
leggerò attentamente i principi suggeriti da Transparency , anche se ritengo che le norme di tutela per chi segnala condotte illecite, devono essere adattate alla tipologia di architettura istituzionale vigente nel Paese, e l’Italia, e’ un paese assai singolare!
Il dipendente pubblico, a mio parere, per potere svolgere efficacemente le funzioni di custode della legalita’, deve essere coadiuvato sia dagli organi di controllo interno che da Autorita’ della Repubblica esterna all’Ente, specializzata a valutare il pregio della segnalazione e dell’effettivo impatto sull’interesse pubblico, sull’immagine e il prestigio del sistema Stato, sull’andamento dell’ente dove avviene l’illecito, affinche’ con intervento tempestivo, possa indurre la P.A. alla immediata rimozione della illegalita’ emersa.
l’ANAC, la Magistratura Contabile, la magistratura penale, la Guardia di Finanza e osservatori autorevoli come Transaprency e Noi contro la Corruzione, devono costituire una sorta di consorzio permanente di interscambio atto a captare, eleborare, approfondire, attuare metodologie adeguate per lo studio delle diverse sfacettature del variegato mondo della corruzione.
L’apporto del dipendente pubblico, e’ quello di sensore, di articolazione periferica delle realta’ che operano per il contrasto della corruzione.
In tal senso la legge di tutela del dipendente pubblico e’ un atto dovuto nei confronti di chi concorre alla salvaguardia dell’interesse pubblico e al contrasto del fenomeno corruttivo, NELL’INTERESSE DELLA NAZIONE !