Piani triennali di prevenzione della corruzione: molta strada da fare per i Ministeri
Riguardo l’analisi sullo stato d’attuazione della Legge n. 190 del 2012 – con particolare riferimento all’adozione dei Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione (PTPC) da parte delle amministrazioni pubbliche – continua l’approfondimento del report redatto dall’Autorità Nazionale Anticorruzione e pubblicato lo scorso 16 dicembre 2015.
Con lo scopo di “orientare la strategia nazionale di prevenzione della corruzione” – così come ha specificato il Presidente dell’Anac Raffaele Cantone – oltre allo stato delle Asl, già affrontato nel precedente articolo(http://anticorruzione.eu/2016/01/piani-triennali-di-prevenzione-della-corruzione-le-asl-sono-sulla-buona-strada/),si può analizzare anche l’impatto dell’adozione dei PTPC su altri enti pubblici, come per esempio i Ministeri.
Il report a riguardo certifica che alcune misure di contrasto e prevenzione della corruzione sono state implementate benché nessun PTPC specifico le prevedesse.Tutti i ministeri hanno pubblicato sul proprio sito istituzionale il Piano di Prevenzione della Corruzione 2014-2016, ma solo il 46% di essi al momento del report aveva proceduto ad aggiornarlo all’ultima annualità (2015-2017) .
Verificando oggi la percentuale relativa ai 13 ministeri del governo Renzi (escludendo quelli senza portafoglio) ci accorgiamo che la percentuale è più alta. Il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale ha pubblicato il proprio PTPC 2015-2017 , così come il ministero della Difesa , il ministero dell’Economia e delle Finanze , quello dello Sviluppo Economico , quello delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, il ministero delle Infrastrutture e Trasporti , quello del Lavoro e delle Politiche Sociali e quello dell’Istruzione Università e Ricerca . Il ministero della Giustizia ha pubblicato lo scorso 13 febbraio 2015 un avviso con cui si annunciava un’integrazione del piano 2014-2017, ma dal sito non risultano poi aggiornamenti effettivi al 2015 .Il ministero della Salute presenta un aggiornamento al 2015 del piano 2013-2016, mentre i tre restanti non hanno né nuovi piani né aggiornamenti, ma solamente il piano relativo al periodo 2014-2016; questi tre ministeri sono quello dell’Interno , quello dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo , e infine quello dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare .
Tornando al report, si evince come, in linea generale, le amministrazioni abbiano sollecitato la struttura d’appartenenza per la stesura del PTPC, spesso costituendo gruppi di lavoro o task force specifiche. Tuttavia non si riscontra “un pieno coinvolgimento sul piano funzionale dell’organizzazione nel suo complesso attraverso adeguate iniziative di comunicazione e sensibilizzazione, anche nei confronti dei referenti” . Ancor meno diffuso risulta inoltre il coinvolgimento dell’“ambiente esterno”, che si è principalmente concentrato sul saltuario quanto occasionale processo di consultazione pubblica. In particolare il report evidenzia la totale assenza di comunicazione tra amministrazioni e tra Ministeri stessi.
Quasi tutti i piani presentano quindi mancanze: dalla lenta applicazione del processo di gestione del rischio, alla qualità spesso non omogena delle analisi dei processi organizzativi , oltre i già citati problemi di comunicazione verso l’interno e verso l’esterno. Insomma, eccezion fatta per qualche notevole PTPC presentato da alcuni Ministeri, resta molta strada da fare verso la consapevolezza e la condivisione degli obiettivi della lotta alla corruzione e delle misure organizzative necessarie.
Daniele Rizzo
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