La Stazione Unica Appaltante di Crotone Parte III: i risultati
Dopo aver introdotto nelle scorse settimane cos’è la Stazione Unica Appaltante di Crotone, la sua organizzazione ed il ruolo all’interno del settore degli appalti pubblici è interessante guardare a ciò che più importa: i risultati.
La Stazione Unica Appaltante, a seguire S.U.A., che negli anni è stata sempre più irrobustita tramite l’ampliamento delle attività, ha raggiunto importanti risultati già dai primi mesi di vita, stando alle rassegne degli ex prefetto e viceprefetto della provincia di Crotone, rispettivamente Vincenzo Cardellicchio e Fabrizio Gallo, prima nel 2007 e poi nel 2014. Risultato di questa espansione è un operato a tutto tondo nel settore degli appalti pubblici: la centralizzazione delle attività riguarda non più soltanto la fase di assegnazione degli appalti pubblici ma anche quella di progettazione, unitamente alla stipula di un protocollo di intesa tra la Provincia di Crotone e gli ordini professionali di architetti, geometri ed ingegneri, volto a promuovere la semplificazione e la trasparenza del sistema.
Con lo stesso scopo, sin dal secondo semestre del 2007, sono state inserite in tutti i bandi di gara gestiti dalla S.U.A. una serie di clausole contenenti le linee guida diramate dall’allora Ministro dell’Interno, opportunamente adeguate alla realtà territoriale e una serie di nuovi indicatori di anomalie nelle procedure di gara sono state individuate dal Gruppo di monitoraggio sulle Grandi Opere[1].
Si è pervenuti inoltre alla realizzazione di un solo “schema tipo” di bando di gara, in relazione al tipo di procedura prescelto, al posto dei più di 30 preesistenti.
Questo nuovo quadro organizzativo permette agli analisti del settore di avere una visuale più chiara e completa, ma soprattutto semplice, dei procedimenti di gara per lavori pubblici in provincia. In più, i piccoli comuni scaricano la pressione del doversi occupare degli aspetti tecnico-giuridici ed organizzativi delle gare, che sono affidati a gruppi di persone che si concentrano solo su tale attività e quindi in grado di mantenersi in costante aggiornamento con le ultime direttive in materia. Con una tale divisione del lavoro, i tempi dei procedimenti si sono notevolmente abbreviati, apportando riflessi positivi sulla gestione.
L’esperimento crotonese ha stimolato l’attivazione di esperienze similari nelle altre province calabresi e la stessa Regione Calabria ha previsto la realizzazione di una Stazione Unica Appaltante per i contratti pubblici con la Legge Regionale n. 9/2007 (art. 2).
I risultati positivi raggiunti dalla S.U.A. di Crotone in tempi brevi hanno indotto alla gemmazione di esperienze simili anche sul territorio nazionale[2], tanto che la struttura è stata prevista dalla Legge n. 136 del 13 agosto 2010[3] (art. 13).
Piccoli passi verso un’amministrazione nazionale più trasparente in materia di appalti pubblici?
Il link della Presentazione della Stazione Unica Appaltante di Crotone disponibile qui
[1] Ribassi eccessivi; ribassi con minima dispersione rispetto alla media dei ribassi; provenienza delle imprese partecipanti agli esperimenti di gara; ricorrenza ipotesi di anomalia ex art. 38, D. L.vo n. 163/2006; numero partecipanti; richieste di avvalimento.
[2] V. Cardellicchio, F. Gallo, Stazione unica appaltante e centrale di committenza: lo sviluppo degli istituti nella prospettiva di riorganizzazione dei livelli di Governo, Rassegna Avvocatura dello Stato, n.2/2014.
[3] Piano straordinario contro la mafia.
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