“Intercettazioni e inchieste giudiziarie” – intervista pubblica ad Armando Spataro, Procuratore di Torino
Il resoconto di interventi che si sono seguite Pescara durante il festival “La repubblica delle idee” organizzato dal gruppo editoriale l’espresso nel weekend 17-18 continua con l’intervista fatta ad Armando Spataro, procuratore di Torino, da Liana Milella e Piero Colaprico.
Nel suo interessante intervento ha provato a rispondere ad una semplice domanda: “perché la politica ce l’ha con le intercettazioni?” Il procuratore ha infatti osservato che l’opinione pubblica sia sensibilizzato su questo tema così delicato -e talvolta essenziale per le indagini- solamente nell’imminenza di vertenze giudiziarie che vedono coinvolti politici oggetto di intercettazioni telefoniche e ambientali. Spataro ha infatti osservato quanto sia singolare il fatto che i cittadini vengano sommersi di notizie e dettagli relativi alla privacy di alcune persone, e non vengano invece informati di decisioni prese a danno dell’intera collettività, potenzialmente lesivi del loro diritto di privacy (come ad esempio il controllo a distanza di lavoratori o la raccolta dati sul Web).
Interrogato sull’opportunità di rendere pubblico il contenuto di alcune intercettazioni (ad esempio condividendolo con i giornalisti), il procuratore ha dapprima osservato che bisognerebbe fare appello alla deontologia dei giornalisti e al loro buon senso, e ha quindi suggerito l’opportunità di segretario tutte le informazioni ricevute, sia quelle “rilevanti” che quelle “irrilevanti” ai fini delle indagini.
Incalzato sulla necessità dei giornalisti di divulgare le intercettazioni di interesse pubblico, Spataro ha risposto che «talvolta si è assistito a fenomeni di voyeurismo giudiziario, e che non tutto sia pubblicabile», riconoscendo tuttavia il diritto dell’opinione pubblica a conoscere il comportamento dei propri politici, precisando che si debbano trovare delle efficaci misure sanzionatorie per prevenire pubblicazioni sconsiderate di documenti rilevanti ai fini giudiziari, ovvero di documenti irrilevanti ai fini giudiziari, ma che potrebbero ledere la privacy dei soggetti coinvolti. Evitando tuttavia la possibilità di incarcerazione dei giornalisti.
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