Assenteismo, maladministration, sprechi.

Nella categoria Maladministration e sprechi da su 30 ottobre 2015 1 Commento

absenteeism-at-workIl problema è ben più ampio dei 60 miliardi di euro, se mai questo dato abbia mai avuto una ragione per esistere al di là del consueto “effetto eco” di un eterno dibattito mediatico convegnistico dove surfano, da anni, senza alcun risultato, temi quali meritocrazia, legalità, …

Sul punto, meritano di essere ricordati due interventi scaturiti da quanto recentemente portato alla luce da una indagine della Guardia di Finanza sul Comune di Sanremo. Due articoli dal titolo evocativo ed eclatante: “La lettera al milite ignoto” di Carlo Mochi Sismondi, presidente di FORUMPA, e “195 eroi del non lavoro” di Davide Giacalone.

Al di là, ovvio, dell’esito finale al quale giungeranno le indagini preliminari e, verosimilmente, i consequenziali procedimenti penali, contabili e amministrativi, “… perché certe cose – come scrive Carlo Mochi Sismondi, presidente di FORUMPA – le sapevi benissimo, perché le hai dette cento volte ai tuoi capi, perché hai dovuto sopportare lo sguardo di commiserazione dei furbi… (eppure, n.d.r.) …nonostante i tuoi colleghi facessero di tutto invece di lavorare, hai fatto sempre lo stesso il tuo dovere, anzi un po’ di più perché facevi anche il lavoro degli altri….”.

Dall’altra parte, come nota Davide Giacalone, si possono proporre 4 utili prospettive di lettura: il moralismo senza etica che continua ad emergere in modo ciclico; lo smarrimento che assale di fronte a premi di produttività nella pubblica amministrazione e a parti variabili della retribuzione in imprese pubbliche che sono stati riconosciuti nonostante gravi comportamenti (li hanno ricevuti 8 degli impiegati sanremesi) e/o gravi danni economici alle aziende amministrate; un ruolo della dirigenza pubblica che sembra richiedere un ripensamento se “… è possibile che s’incistino rendite improduttive di quel tipo …”; e, infine, la constatazione di uffici che funzionavano nonostante quelle assenze, così che “… dopo lustri di commissioni sulla spesa pubblica, dopo l’inconcludenza della spending review, si dovrà riconoscere – scrive Davide Giacalone – ai 195 eroi del non lavoro il merito di avere indicato come e dove tagliare….”.

Fatti del genere, l’assenteismo, come qualsivoglia illecito, non possono essere impediti, né è possibile prevenirli: quella che viene riproposta ogniqualvolta si modifica la legge penale – aumentando sanzioni, inserendo nuove fattispecie, … – è una semplice illusione, perché nessuna legge penale ha mai eliminato i reati.

Quando, però, le dimensioni del fenomeno giungono a dimensioni rilevanti appare, con tutta evidenza, come sia difficile pensare che una scrupolosa governance – dell’ufficio o dell’azienda pubblica – non abbia avuto modo di rilevare alcuna anomalia e, quindi, di intervenire.

Un tema che si può proporre anche sotto una diversa e ulteriore prospettiva: come mai lo stesso ufficio, la stessa azienda cambiano quando cambia il direttore o il vertice aziendale? Come mai, a volte in poco tempo, si passa da situazioni drammatiche a una normale operatività e, viceversa, ciò che funziona diventa un “buco nero”?

Ciò accade, nonostante l’affastellamento delle norme che, a volte, sembra impedire qualsiasi decisione pubblica e diventa un facile alibi. A volte senza cambiare un dipendente.

E’ molto semplice: ci sono ancora dirigenti pubblici, capaci, che ritengono di dover fare il proprio lavoro, senza se e senza ma, che non iniziano a pensare al prossimo incarico – e a come e che cosa fare per ottenerlo – appena si siedono su una determinata poltrona.

La ricetta è molto più semplice di quella che si sta cercando da anni: far funzionare ciò che esiste, come ciascuno fa a casa propria, in sintesi con la logica del buon padre di famiglia, ponendo queste persone, questi direttori e dirigenti nelle condizioni di non chiedersi mai “se ne vale la pena” o “se ne è valsa la pena”.

Questa è l’unica cosa che deve fare uno Stato che voglia incidere su corruzione, sprechi e inefficienze, liberandosi, così, nel contempo, dalla necessità di continuare ad alimentare l’illusione circa i miracolosi effetti di una spending review che, al momento, “sopravvive” da una legge di stabilità all’altra, da un commissario all’altro, con tagli in gran parte lineari e senza quella ristrutturazione della spesa che “passa” attraverso l’azione di quei direttori e dirigenti, che fanno normalmente il proprio dovere e che, ogni volta, si chiedono come e perché si produce quel determinato costo.

La lettera al “Milite ignoto” di Carlo Mochi Sismondi è consultabile all’indirizzo:

http://www.forumpa.it/riforma-pa/sanremo-lettera-a-un-milite-ignoto?utm_source=newsletter&utm_medium=FORUMPANET&utm_campaign=MAILUP

L’articolo sui “195 eroi del non lavoro” è consultabile all’indirizzo:

http://www.davidegiacalone.it/politica/195-eroi-del-non-lavoro/

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Commenti (1)

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  1. avatar walter rocca scrive:

    E’ la trasparenza l’antidoto “all’atteggiamento” mafioso!

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