L’onda inarrestabile del riciclaggio

Nella categoria Azione Amministrativa e Prevenzione da su 8 agosto 2015 0 Commenti

riciclaggio-di-denaro-corbis-258L’attività di riciclaggio consiste nel re-immettere nel sistema finanziario i proventi di un reato, quindi di “ripulire” il denaro “sporco” ottenuto in modo illecito e reinvestirlo per occultarne l’origine disonesta. Ovviamente una parte del fenomeno è quella che trae origine dai proventi della corruzione e della concussione: un funzionario pubblico in possesso di denaro indebito potrebbe decidere di rimetterlo in circolazione “ripulendolo”, anziché nasconderlo.

Il fenomeno è riconosciuto come reato e contrastato sia a livello nazionale che internazionale tramite accordi di cooperazione tra gli stati; ma è di pochi giorni fa un articolo di Peter Henning pubblicato sul New York Times che denuncia come il riciclaggio sia più che mai presente nel sistema finanziario statunitense. Numerose leggi prescrivono per banche e cooperative di credito la necessità di tracciare in dettaglio la clientela e di tenere d’occhio eventuali operazioni sospette, secondo il cosiddetto principio “follow the money”; per tali istituti è inoltre prescritto il versamento annuale di una quota consistente a specifici programmi antiriciclaggio. Costante è l’impegno delle forze dell’ordine nel contrasto di questo fenomeno, reso sempre più complicato dalla continua ricerca da parte dei malfattori di metodi innovativi per re-immettere denaro sporco nel sistema.

Il suddetto articolo evidenzia come il problema sia diffuso a più livelli, colpendo istituti bancari di grandi dimensioni e allo stesso tempo innestandosi in società minori. Il primo esempio riportato è quello della Banamex USA, controllata da Citigroup, che ha ricevuto notevoli sanzioni per non aver disposto personale sufficiente e preparato al controllo di operazioni sospette e per problemi di revisione dei conti, ed infine inserita in un’indagine per riciclaggio di denaro.

Non è da meno l’indagine che vede come protagonisti Anthony Murgio e Yuri Lebedev, coinvolti in uno scandalo di pirateria nella JP Morgan Chase, nell’ambito del quale sono state rubate informazioni su circa 80 milioni di clienti della banca. Le denunce a loro carico riguardano la creazione di un giro d’affari illegale di trasmissione di soldi per la re-immissione di denaro sporco, nascosto dietro una finta società di collezionismo; quindi i capitali irregolari venivano spostati su conti all’estero fingendo fossero i proventi di questa società, sorvolando così il problema di trasportare denaro fisico fuori dal paese riuscendo a farlo per via elettronica. Il passo successivo è stato quello di subentrare nel sistema bancario acquisendo il controllo di una società cooperativa di credito, la quale date le modeste dimensioni e il ridotto personale non era sottoposta a controlli antiriciclaggio; ma ben presto le ingenti somme in entrata della società destarono i sospetti delle autorità adibite ai controlli, che iniziarono le indagini.

Dalle realtà più influenti a quelle più di nicchia, il fenomeno del riciclaggio di denaro si innesta in qualunque vicolo del sistema finanziario, dove i soldi circolano liberamente, ma dove forse sarebbero necessari controlli più severi e stringenti che puniscano i detentori di denaro sporco e che contrastino qualunque sua forma di ricircolo.

 

Riferimenti di interesse:

Giuliani, C. (2015). Soldi sporchi : Corruzione, riciclaggio e abuso di potere tra Europa e Delta del Niger. Round Robin Editrice.

Henning, P. J. (2015, Agosto 3). The Challenges of Fighting Money Laundering. The New York Times.

 

Tags: , , ,

avatar

sull'autore ()

Ho 23 anni, studio Scienze Economiche e il mio sogno sarebbe lavorare in un’organizzazione internazionale nell’ambito della cooperazione e dello sviluppo. Credo molto nell’importanza della cultura, come fonte di ricchezza individuale e principale strumento di contrasto al fenomeno della corruzione.

Lascia un commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *