Cartellino rosso alla Fifa: tangenti per oltre 100 milioni di dollari

Nella categoria Sport da su 1 giugno 2015 0 Commenti

In questi giorni si sta abbattendo un clamoroso ciclone giudiziario sulla Fifa: il Dipartimento di giustizia americano ha fatto arrestare il 27 Maggio a Zurigo, con la collaborazione dell’Ufficio federale di giustizia (Ufg), sette dirigenti con l’accusa di corruzione e associazione a delinquere. A finire in manette sono stati i due vicepresidenti Jeffrey Webb (Isole Cayman) ed Eugenio Figueredo (Uruguay), insieme a Eduardo (Costa Rica), Julio Rocha (Nicaragua), Costas Takkas, Rafael Esquivel (Venezuela) e Jose Maria Marin (Brasile).

Il pubblico ministero compeimages-2tente per il distretto est di New York sta indagando nell’ambito di un giro di corruzione che sembrerebbe partito dagli anni Novanta per continuare fino a oggi. Nel mirino degli inquirenti, secondo il comunicato dell’Ufg, ci sarebbero oltre 100 milioni di dollari legati alle gare per aggiudicarsi i campionati mondiali, gli accordi per il marketing e i diritti televisivi. Il pubblico ministero svizzero ha aperto invece una procedura penale anche per sospetta gestione sleale e riciclaggio di denaro, riguardante l’organizzazione dei Mondiali di calcio del 2018 e 2022, rispettivamente in Russia e Qatar.

Il New York Times ha fatto sapere che l’arresto è avvenuto nel Baur au Lac, l’hotel più lussuoso di Zurigo, nel quale i leader della Fifa erano riuniti per il meeting annuale. Il quotidiano newyorkese ha precisato che non tutte le persone messe sotto accusa, una decina in tutto, erano presenti a Zurigo. Il dipartimento di giustizia americano accusa, tra gli altri, anche Jack Warner, ex vicepresidente Fifa: avrebbe chiesto 10 milioni di dollari al governo sudafricano che ha ospitato i mondiali di calcio nel 2010.

Il presidente Fifa al quinto mandato, Joseph Blatter, sarebbe stato messo sotto indagine dall’FBI ma al momento, nei suoi confronti, non penderebbe alcuna traccia d’accusa. Nelle dichiarazioni che hanno seguito l’arresto dei membri della federazione, l’attuale presidente Fifa, in carica dal 1998, ha affermato di essere a favore delle azioni e delle indagini da parte delle autorità svizzere e statunitensi, ha inoltre aggiunto che l’inchiesta si sarebbe messa in moto proprio in relazione ad alcuni dossier, che lo stesso aveva presentato alla fine dello scorso anno alle autorità svizzere.

La Russia, ma soprattutto Putin, per il momento difende a spada tratta Blatter accusando gli Stati Uniti di eccessiva ingerenza. Un’idiosincrasia di fondo che ripercorre l’era della guerra fredda, quando lo scontro ideologico e interessi convergenti  rischiavano di generare un profondo e preoccupante conflitto mondiale. Ed ecco che lo scandalo delle tangenti nella Fifa diventa un pretesto per denunciare gli abusi degli Usa e per ribadire il diritto di una superpotenza di affermarsi come tale.

Il ministro della giustizia americano, Loretta Lynch, ex procuratore generale di Brooklyn, che ha ufficializzato le accuse di corruzione e riciclaggio, appare intenzionata a far luce sulla vicenda senza lasciare nessun colpevole impunito. Intanto l’FBI e la sezione criminale dell’Irs (l’agenzia del Fisco americana) dicono di essere solamente all’inizio delle indagini e ammettono di possedere alcuni fascicoli che proverebbero la diffusa illegalità in alcune pratiche che riguardavano la Federazione Internazione di calcio.

L’indagine sulla corruzione alla Fifa sarà sicuramente molto lunga e destinata a svelare il business corrotto del calcio di tutto il mondo. Secondo le prime indiscrezioni le tangenti a cui fa riferimento l’FBI venivano gestite da intermediari tramite alcune banche statunitensi per portare avanti gli affari e gli interessi economici di pochi. Sono due anni che la polizia americana sta conducendo quest’indagine, partita in seguito alla confessione di Chuck Blazer, il fondatore dell’attuale Concacaf, la lega nord-americana di calcio, che nel 2013 fu accusato di evasione fiscale e dovette, per limitare la sua pena, collaborare con la giustizia per assicurare nelle mani degli inquirenti le registrazioni dei colloqui con i boss del calcio. Poco dopo il procuratore Micheal Garcia, venne incaricato dalla stessa Fifa di aprire un fascicolo per indagare sull’assegnazione dei Mondiali del 2018 e 2022, il cui rapporto conclusivo non venne mai reso pubblico. La Fifa in quell’occasione si limitò ad affermare che non c’era traccia di irregolarità, ma Garcia, dimettendosi polemicamente sostenne sempre che del suo rapporto ne era stata fatta una lettura erronea e incompleta.

Dietro le ultime decisioni Fifa ci sarebbe dunque una corruzione organizzata e sistematica, di una casta di intoccabili, autoproclamati padroni dello sport. Un piccolo vertice che, in sedi private giuridicamente impenetrabili, con poca trasparenza e nessun sistema di controllo prendeva decisioni senza aprire dibattiti o dare spiegazioni, in forma assolutamente dittatoriale. Un sistema di omertà, complicità e guadagni illeciti rodato e certificato, che garantiva la segretezza di atti illegali che condizionavano il calcio di tutto il mondo.

Lo sport in generale e prevalentemente il calcio, con tutti i soldi che muove, oltre ad essere un grande fattore di influenza geopolitica e un collaudato motore economico, è soprattutto un indicatore di prestigio; è proprio qui che entra in gioco il meccanismo della corruzione per assicurare interessi e facilitare contratti milionari alle proprie parti. La domanda allora è: se coloro che dovevano vigilare sulla legalità e sulla giustizia sportiva si sono macchiati di questi reati, su quale base regge a oggi il sistema calcio?

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Sono uno studente presso il corso di Scienze dell'Informazione, della Comunicazione e dell'Editoria dell'Università di Tor Vergata. Lavoro da quando -appena diciottenne- ho varcato per l'ultima volta la soglia del liceo “Augusto” per seguire la mia strada. Leggo, scrivo e partecipo a varie attività di carattere sociale. Credo fermamente in questo progetto come espressione di un mezzo di educazione per tutti coloro che ignorano questioni alla base della vita, della socialità e del mondo che ci circonda. L'idea dell'anticorruzione è fondamentale in qualsiasi sistema che si rispetti, così come l'integrità delle persone che ne fanno parte. Il nostro scopo sarà quello di tutelare e garantire le informazioni, renderle accessibili a tutti e “se anche cadremo senza piegar bandiera, possiamo essere sicuri della vittoria di domani”.

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