INDONESIA: UN PAESE CHE LOTTA PER L’INTEGRITA’
Negli ultimi anni, l’Indonesia ha compiuto notevoli progressi nella lotta alla corruzione. In molti, sia all’interno, che all’esterno del paese, concordano nell’attribuire gran parte di questo successo alla commissione anticorruzione dell’Indonesia, il KPK, un’agenzia governativa incaricata della lotta alla corruzione. Dalla sua istituzione nel 2002, il KPK ha fatto arrestare centinaia di uomini d’affari, politici e funzionari governativi. Non dovrebbe sorprendere, quindi, che negli anni, il KPK e i suoi principali esponenti si siano fatti non pochi nemici, che cercano, costantemente, di indebolirlo.
La Polizia Nazionale Indonesiana sembra essere particolarmente in conflitto con la commissione anticorruzione. E’ chiaro come tensioni di questo genere, tra organi che dovrebbero invece lavorare fianco a fianco contribuiscano invece ad aumentare le tensioni sociali all’interno del paese..
Proprio in questi giorni, attivisti e organizzatori di associazioni pro-diritti umani, stanno scendendo in piazza al fianco del KPK, promuovendo continue campagne sul web all’insegna dello slogan #SaveKPK.
A spingere la folla verso questa forte presa di posizione, non solo sul web, ma anche per le strade di Jakarta, hanno sicuramente contribuito l’arresto di Abraham Samad, capo della commissione KPK ed il fermo spiccato nei confronti del suo numero due Bambag Widjojanto, entrambi accusati di diffamazione per la mancata nomina di Budi Gunawan a capo della polizia. I due accusati, in loro difesa, spiegano che la decisione è stata presa in quanto Budi Gunawan è stato uno tra i più stretti collaboratori dell’ex presidente Indonesiano, Sukarnoputri, ben noto all’agenzia anticorruzione.
Come appena evidenziato, gli attacchi personali nei confronti dei vertici dell’anticorruzione, hanno avuto una vasta eco all’interno del Paese, sfociata in numerose manifestazioni di piazza a difesa dei due funzionari.
I cittadini si appellano all’attuale capo di Stato, Jokowi che sembra però ostaggio di delicati equilibri politici. Il presidente gode di una reputazione specchiata ma è certamente difficile far fronte a questini così delicate.
La corruzione è un fenomeno molto presente nei paesi emergenti dell’Asia; i governi annualmente annunciano nuove commissionni per combattere questa piaga, che colpisce le loro economie, ma spesso si tramutano in espedienti per una parte della politica di portare avanti i propri interessi.
Speriamo che persone come i due esponenti del KPK, precendentemente menzionati, che stanno pagando con il carcere le loro prese di posizione, andando anche contro i poteri forti, diano il buon esempio e portino ad un progressive cambiamento nella cultura e nella mentalità della gente che popola non solo questi paesi ma tutto il mondo.
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