Cina: grandi arresti per corruzione
L’ex generale dell’Esercito Popolare di Liberazione (EPL), Gu Junshan, è stato formalmente accusato di corruzione lo
scorso 31 Marzo, dopo essere stato sotto indagine da due anni per le fortune ammassate nel corso della sua carriera al dipartimento di logistica dell’esercito cinese, di cui è stato a lungo vice capo.
Lo ha annunciato la procura militare cinese: le accuse per lui, scrive l’agenzia Xinhua, sono quelle di appropriazione indebita, tangenti, uso improprio di fondi statali e abuso di potere. Gu ha beneficiato di contratti di favore nel settore immobiliare che gli hanno permesso di acquistare circa una dozzina di appartamenti in alcune delle aree residenziali più costose di Pechino. Nella sua residenza principale, nella provincia dello Henan, gli inquirenti hanno trovato, tra le altre cose, una statua d’oro di Mao Zedong e casse di liquori estremamente costosi.
Ma non finisce qui, infatti anche l’esercito cinese è nel mirino delle indagini anti-corruzione in corso ormai da più di un anno in Cina. Tra i grandi nomi finiti sotto inchiesta nelle ultime settimane, ci sarebbe anche quello dell’ex vice presidente della Commissione Militare Centrale, il massimo organo di potere delle Forze Armate, Xu Caihou, 70 anni e oggi in pensione, che sarebbe stato prelevato nei giorni scorsi da un squadra di poliziotti dall’ospedale militare 301 di Pechino dove si trovava ricoverato per un cancro in fase avanzata. Quest’ultimo poi sarebbe stato sottoposto alla “shuanggui”, cioe’ un sistema di stringenti interrogatori da parte della commissione disciplinare del Partito Comunista, che in passato e’ stata accusata di usare metodi vicini alla tortura per ottenere le “confessioni” degli accusati, per ottenere informazioni sul suo ruolo nei reati imputati allo stesso Gu Junshan.
Questi sono solo due degli utlmi caduti nella rete della campagna contro la corruzione lanciata l’anno scorso dal gruppo dirigente cinese, che promise che avrebbe colpito sia i “moscerini” che le “tigri”, cioe’ funzionari di tutti i livelli, senza riguardo per l’importanza delle cariche che ricoprono. Come risultato dell’atteggiamento inflessibile nei confronti dei corrotti, nei mesi scorsi erano stati varati nuovi regolamenti in chiave anti-corruzione e anti-sprechi, ed era cominciato un giro di controlli a tappeto sull’organico militare, che avevano portato alla scoperta di circa ottomila appartamenti e venticinquemila automobili posseduti illegalmente dai funzionari dell’EPL. Il caso di Gu è finora il più alto caso di corruzione nell’esercito da quando Xi Jinping si è insediato nella carica di presidente cinese un anno fa, nel marzo 2013. Gu avrebbe procurato favori ai membri della sua famiglia, come il fratello Gu Xianjun, che secondo quanto scriveva Caixin, è stato arrestato per tangenti ad agosto scorso.
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