Proteggere i whistleblowers ex ante & ex post

Nella categoria Whistleblowing da su 23 dicembre 2015 1 Commento

Per contrastare la corruzione sono molto importanti le misure di protezione ai cosiddetti “whistleblower”, e un articolo (How can we protect whistleblowers from retaliation?) di Frederic St-Martin (consigliere all’ Autorité des marchés financiers “AMF, Québec’s financial regulator”) discute il problema.

Misure di protezione ex ante (possiamo vederle come una sorta di misure di prevenzione alle conseguenze che si possono generare da una segnalazione) per i whistleblowers servono come garanzia che non vi saranno rappresaglie da parte dell’organizzazione in cui si opera. La questione è rilevante, perché le ritorsioni contro i whistleblower sono un fenomeno comune. Secondo Frederic, la probabilità che azioni correttive verranno messe in atto è una grande motivazione a riportare gli illeciti, piuttosto che la probabilità di essere protetti dalla legge. Quando chiede: “quali saranno le misure più effettive nella protezione dei whistleblowers?” Molte persone parlano di meccanismi ex ante, che prevengono rappresaglie ed evitano la vittimizzazione del segnalatore.

Quali sono questi meccanismi ex ante? La creazione di un organo adeguatamente qualificato ed indipendente dal top management, che raccolga la segnalazione. L’implementazione di una cultura aziendale e di valori favorevoli alla scoperta degli illeciti. Il sostegno di questi valori da parte del top management. La possibilità di rivelare l’illecito anonimamente. Ma dobbiamo anche includere i compensi, visti come premi, per i segnalatori (possono rientrare anche nella categoria ex post come sostegno per una ritorsione, la quale ha permesso la perdita di lavoro del whistleblower). Se le persone sanno che riceveranno un compenso economico, allora saranno più incentivate a segnalare, ma allo stesso tempo devono sapere che ci sarà una tutela per loro.

I meccanismi ex ante, determinate da decisioni interne alle organizzazioni – siano esse imprese o amministrazioni pubbliche – sono importanti per facilitare le denunce. Le misure protettive ex post, determinate dalle leggi vigenti, prevedono proibizioni e sanzioni, e includono la possibilità da parte dei segnalatori di recuperare i danni dai loro impiegati.

Entrambi i meccanismi sono importanti e si rinforzano a vicenda. Essi, secondo l’opinione di Frederic St-Martin, non funzionano in assenza di una adeguata motivazione da parte delle organizzazioni interessate, trasparenza delle procedure rilevanti, e una fiducia diffusa nelle medesime.

(Qui potete consultare l’articolo in inglese: http://www.fcpablog.com/blog/2015/9/8/frederic-st-martin-how-can-we-protect-whistleblowers-from-re.html)

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sull'autore ()

Ho 23 anni e sono uno studente al secondo anno di "Master of science in Business Administration" all'Università di Roma "Tor Vergata". Laureato nel 2014 in "Economia e Management" sempre a Tor Vergata. Diplomato al Liceo Scientifico Statale "Vito Volterra" di Ciampino nel 2011. La mia mail è: daniele.favero2@virgilio.it

Commenti (1)

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  1. avatar Giovanni scrive:

    la segnalazione di condotte illecite, inevitabilmente, laddove l’ente non ne riconosce il pregio e la rilevanza, espone a conseguenze talora pesantissime a cui lo stesso ente, acclarato il pregio e la veridicita’ della segnalazione, dove tempestivamente porre rimedio.

    Io sono pertanto convinto che l’ente deve immediatamente revocare le procedure poste in essere contro il dipendente che segnala condotte illecite e la segnalazione deve assumere la connotazione di esercizio di alta professionalita’ valutabile ai fini del conferimento di una posizione giuridica ed economica consona al pregio dell’azione svolta.

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